Babbo Natale sul sacro tram
15 December, 2003
Più che le interlocutorie conclusioni della Cop 9, sono gli imminenti scioperi dei trasporti e grandi flussi natalizi ad ispirare la sensibilità dell’ecocittadino. Speriamo che domani non ci siano scioperi selvaggi, ma prima di sgridare i tranvieri per eccesso di sciopero prendiamocela con chi lascia i trasporti pubblici locali in uno status di fratelli poveri del traffico urbano, mentre dovrebbero esserne i gioielli di famiglia e le vacche -non dico grasse- ma sacre. Non mi riferisco solo al fatto, credo già noto ai lettori, che il Governo delle “grandi opere” trascura le “piccole” opere urbane e non lascia fondi sufficienti alla gestione del trasporto pubblico locale. (Da cui il mancato o scarso miglioramento dei servizi, e da cui anche la difficoltà di accordo coi sindacati.) Mi riferisco all’atteggiamento delle classi dirigenti, che quasi mai salgono su tram e bus, e raramente sul metrò e così contribuiscono ad alimentare l’idea che il trasporto pubblico sia il carrozzone lento dei poveracci. E mi riferisco alle pratiche quotidiane di gestione. Tutti gli sforzi dovrebbero essere concentrati a garantire la puntualità dei mezzi pubblici, e le automobili dovrebbero essere fermate per farli passare, con corsìe protette e con semafori intelligenti. Lunedì scorso inaugurando a Milano le due nuove linee di metrotramvia , decise e progettate prima di lui, il sindaco Albertini diceva che in futuro vorrebbe solo metropolitane sotterranee. (Per non disturbare troppo le auto??) La sera stessa sono incappato in una catena di ritardi della nuova metrotramvia, scoccianti soprattutto perché non veniva data nessuna informazione. Se innanzitutto il Sindaco non crede al tram, sarà difficile che le aziende di trasporto e i vigili combattano con convinzione la vera e propria lotta quotidiana per farli andare bene…E se ai mezzi pubblici non si dà la dovuta sacralità, con che faccia e con che coerenza si condannano i loro scioperi selvaggi? Ormai accettiamo l’idea che il Natale sia soprattutto la festa degli acquisti e dei regali. Credo che a obiettare al Natale consumista siano solo pochi, e quasi tutti cristiani. Può essere comprensibile che i governi locali si preoccupino di favorire lo shopping natalizio come se fosse un grande valore civico, un bene collettivo. (Più che altro, in realtà, credo tengano conto delle pressioni dei commercianti ..) Ma cosa c’entra tutto ciò con lo sviluppo sostenibile? Credo si debbano almeno porre dei limiti. Qualcuno ci prova, facendo promozione per il commercio equo e solidale, prendendo iniziative per la raccolta differenziata degli imballaggi dei regali di Natale (una massa enorme) e cercando di scoraggiare l’uso dell’auto per gli acquisti. Quest’anno c’è il rischio di una controtendenza , perché i commercianti hanno fatto sentire con più forza le loro preoccupazioni. Hanno ottenuto che a Roma si allentassero le regole nel cuore del centro storico, che a Torino si riaprisse la domenica piazza San Carlo, che a Milano non ci fossero “isole ambientali”prenatalizie. Non è solo un vizio italiano. Anche a Parigi l’assessore all’ambiente è stato messo in minoranza e per tre domeniche si sono sospese le pedonalizzazioni domenicali. (Ma in compenso ha ottenuto che le misure, originariamente concepite solo per i sei mesi più caldi, diventino annuali.) Se si dovesse dare un premio al coraggio amministrativo quest’anno dovrebbe andare a Napoli, dove la giunta Jervolino ha istituito zone a traffico limitato anche la domenica nel Centro Storico e a Chiaia, sfidando alcuni gruppi di commercianti. Perché domina la prassi dell’acquisto in auto? Ma se compriamo un regalo pesante non ce lo potremmo far portare a domicilio? Unendo i due paragrafi precedenti, potremmo auspicare un Babbo Natale sul tram. E con lucine a basso consumo: Terminiamo infatti con un paradosso: Legambiente ha dato il suo sostegno a una iniziativa di piccoli comuni che per protesta contro i tagli alla Finanziaria spegneranno per mezzora la luce delle piazze mercoledì sera. Hanno ragione a protestare contro i tagli, e probabilmente in genere non sono questi i comuni che illuminano troppo le loro piazze. Ma quanto si spreca per sovrailluminare alle tre di notte tante piazze e parti delle nostre città ??