Black-out elettrico: dibattito
Primo sguardo alle risposte del sondaggio realizzato tra i lettori di Eco dalle Città
01 July, 2003
Ma che caldo fa? Le temperature stanno toccando livelli altissimi, e con esse sale il consumo energetico. Temperature elevate in tutta Italia voglion dire condizionatori accesi al massimo per tutto il giorno, e spesso buona parte della notte. E così in due settimane è stato battuto tre volte il record di consumi energetici estivi. Picchi molto vicini alla soglia massima supportata dal sistema energetico italiano, con conseguenti blackout (chi vi scrive ha dovuto attendere due ore e mezza il ritorno della luce per poter finire questo "pezzo"). Su questo tema, Eco dalle Città ha deciso di realizzare un piccolo sondaggio tra i suoi lettori, cercando di coglierne pareri generali, abitudini ed esperienze quotidiane. Due le domande rivolte: 1) per quale soluzione generale propendete; 2) in attesa di domare il riscaldamento globale come combattete il caldo nei vostri luoghi di lavoro. Ecco un primo sguardo ai risultati parziali. Per quanto riguarda il primo quesito, l'80% di coloro che hanno risposto ai quesiti ritiene che la soluzione migliore per risolvere il problema generale sia quella del risparmio energetico, il 15% pensa che la strada da percorrere sia sì quella del risparmio, abbinata però anche ad un incremento delle centrali per produrre più energia, mentre solo il 5% è convinto che l'unica soluzione sia aumentare la capacità energetica italiana, ovvero costruire nuovi impianti. Sul problema della lotta quotidiana all'afa, invece, i nostri lettori cercano di combattere il gran caldo nei luoghi di lavoro difendendosi in modo naturale, con la semplice ventilazione (41.7%), oppure ricorrendo a condizionatori normali (16.6%) e ventilatori (un altro 31.2%) e solo l'8.3% a condizionatori a basso consumo. Spazio, infine, alle opinioni. C'è chi pensa che solo una rivoluzione degli stili di vita possa servire alla causa: "Più caldo...più condizionatori...più consumo energetico...più caldo: un circolo vizioso che dobbiamo rompere. Come? Comunicando la necessità di stili di vita diversi, stili di vita orientati alla "sobrietà". Solo opportune scelte politiche sono in grado di orientare milioni di famiglie, e di imprese, verso comportamenti consapevoli e sostenibili"». E c'è chi propone di investire sulle fonti di energia rinnovabili, come l'eolico e il solare ("magari con un piccolo aiuto dal Governo per il fotovoltaico"). C'è poi chi critica l'uso - e l'abuso - dei condizionatori ("Vengono mantenute negli uffici temperature polari (10/15 gradi di differenza rispetto all'ambiente, se non di più), mentre per stare bene basterebbe qualche grado di differenza e un deumidificatore (se proprio vogliamo usare questi apparecchi)", e chi confessa di non amare l'aria condizionata, anche se riconosce che "In certi casi è necessaria (ospedali per esempio), anche se un suo uso sconsiderato non fa che aggravare il circuito perverso di surriscaldamento e inquinamento: non ci si può comportare come se si fosse soli sulla terra". Concorde un altro lettore che ritiene "Necessario un maggior spirito di sacrificio e una più altruistica attenzione al consumo moderato e giustificato di elettricità, considerando anche fondamentale incentivare la tecnologia che comunque ha contribuito notevolmente a migliorare la nostra qualità di vita". E c'è infine chi dà brevemente la propria ricetta anti-caldo: "In casa abbasso persiane e chiudo finestre fino alla sera e uso occasionalmente i ventilatori". Troppo semplice? Provare per credere.