«Terra malata: si surriscalda e cala il vento»
Il velista Soldini denuncia i mutamenti climatici «Meno consumi, scegliere le nuove fonti» - da La Provincia di Como del 01.05.2007
02 May, 2007
VALENCIA Il figlio del vento avverte che la tempesta è in arrivo. Per Giovanni Soldini la salute del pianeta rischia di diventare un incubo: le brezze che cambiano, si indeboliscono e aumentano repentinamente sono sinomino di catastrofi. Il velista che in solitario ha attraversato gli Oceani sa che il pianeta è malato e che bisogna darsi da fare per salvare il salvabile. Soldini solca le onde dei mari di tutto il mondo a bordo di imbarcazioni di ogni stazza e si accorge che molto è cambiato. A cominciare dal vento. «Il surriscaldamento della terra - spiega il velista milanese, che ha vinto più volte il giro del mondo a vela - ha una grande influenza anche sull'intensità dei venti. Si è tanto parlato dell'assenza della brezza che ha determinato diversi rinvii nell'Americàs Cup, in questi giorni a Valencia, ma c'è da stupirsi solo fino a un certo punto: sulle coste del Mediterraneo non si era mai manifestata così a lungo, soprattutto in primavera, la bonaccia. Non è normale, ma ovvio». Soldini in passato ha anche collaborato con Greenpeace, nella campagna per la salvaguardia dei cetacei: il velista milanese ama la natura, gli animali, il mare, ma in particolare si preoccupa per la salute del mondo. «Penso che, per cambiare lo stato delle cose, occorra agire sui consumi e mettere a punto determinate strategie, cambiare il modo di vivere della gente. Non si può consumare energia elettrica più del dovuto, nè ci si può più affidare ai tradizionali sistemi di distribuzione e di gestione dell'energia, bisogna cambiare, trovare nuove fonti. Una di questa è il sole, un'altra il vento». L'Italia è ancora troppo indietro nell'applicazione delle energie alternative o rinnovabili, le centrali eoliche in molte località sono un sogno per il momento proibito. «Per fortuna - ammette Soldini - qualcosa si sta muovendo, ma ci vorrà del tempo. Non è solo una questione di cultura, ci vuole dell'altro: snellezza nelle procedure, dunque meno burocrazia, ma soprattutto tanta buona volontà. Se a qualcuno le pale in cime a una collina non piacciono, perché sono antiestestiche, peggio per lui. Forse è più estetica una centrale di carbone sotto casa, o un inceneritore?».