La sfida sulle fonti alternative. I migliori cervelli lavorano qui
Allestito al Politecnico un Centro che riunisce esperti in energie di tutta Europa - da La Stampa del 31.05.2007
31 May, 2007
Chiaraviglio: "Non si fa ricerca pura, puntiamo a innovazioni subito applicabili". E per trovare contributi c´è un´esperta di marketing
<b>Federica Cravero</b>
È partita dal Politecnico di Torino - e già a settembre si vedranno i primi brevetti - la sfida mondiale alle energie alternative, anzi alle energie innovative. Perché se di eolico e solare si conoscono già pregi e difetti, la frontiera sono geoendotermia, biogas, idrogeno, biodiesel, superconduttori e accumulatori di energia e persino le materie plastiche arrivate all´ultimo stadio del riciclo e non più utilizzabili. A lavorare in questi campi è il Centro di ricerca per le fonti energetiche innovative che si è recentemente costituito in corso Duca degli Abruzzi sotto la guida di Alberto Chiaraviglio, professore associato del Politecnico presso il Ditic, dipartimento di idraulica, trasporti e infrastrutture della facoltà di Ingegneria. Otto filoni di ricerca che coinvolgono almeno tre ricercatori ciascuno. Studiosi scelti tra i più eccellenti nel loro settore e reclutati tra i principali centri di ricerca non solo italiani, ma europei: dal Piemonte al Veneto, da Parigi a Ginevra.
L´idea di un Centro di ricerca sulle fonti energetiche innovative è venuta nel 2004 durante il consesso annuale della Saving Energy Association di Londra. Alla base di tutto ci sono due comandamenti. Primo: per la conservazione del pianeta i parametri del protocollo di Kyoto devono non solo essere raggiunti, ma superati al più presto. Secondo: la natura mette a disposizione dell´umanità risorse sufficienti per soddisfare il fabbisogno energetico senza ricorrere a fonti inquinanti e dannose. L´associazione londinese ha sollecitato Chiaraviglio a portare avanti un percorso di studi in Italia e dopo un paio d´anni di opportune verifiche, l´ingegnere torinese ha sottoposto la sua idea di un nuovo centro di ricerca al direttore del dipartimento, Luca Ridolfi, e al rettore Francesco Profumo, che l´hanno accolta di buon grado.
E la scorsa settimana a Torino si è già riunito il consesso di esperti per condividere i primi risultati raggiunti e guardare al futuro. «La principale caratteristica del Centro – spiega Alberto Chiaraviglio – è che i ricercatori selezionati hanno dovuto trovare l´appoggio dei laboratori per cui già lavorano, che hanno messo a disposizione attrezzature costosissime che il nuovo centro altrimenti non avrebbe potuto permettersi. E tutta l´operazione risulta a costo zero per il Politecnico». Così ad esempio dalla collaborazione con l´ingegner Campi del Cern di Ginevra si può fare affidamento su un macchinario per la superconduttività che costa miliardi di euro. «L´altra peculiarità – continua il professor Chiaraviglio – è che il Centro non fa ricerca pura, ma i ricercatori lavorano a innovazioni immediatamente applicabili. E in effetti a settembre saranno già registrati i primi quattro brevetti, frutto delle ricerche avviate. Brevetti che saranno condivisi tra il ricercatore e il suo ente da una parte e il Politecnico dall´altra. Una cosa innovativa da noi, ma spesso usata dal Mit per alimentare i fondi delle ricerche».
E proprio lo sguardo di apertura verso l´esterno ha portato alla scelta di una figura assolutamente nuova nel settore scientifico. Il Centro del Politecnico, infatti, si avvale del lavoro di Alessandra Sartorio, esperta di marketing dell´innovazione, che ha il compito di seguire da vicino tutti i progetti per farli conoscere all´esterno, soprattutto a quelle aziende che vorranno investire e commercializzare i nuovi brevetti.