I parchi assediati dai rifiuti
Viaggio nel degrado: abbandonata tutta l´area Sud, minacciata anche Chiaravalle - da La Repubblica del 13.06.2007
13 June, 2007
Sesta e ultima puntata dell´inchiesta di Repubblica sul degrado in città
In viale Toscana, dietro un cancello arrugginito, mucchi di detriti, arbusti e un cartello: "Comune di Milano, servizio giardini"
In via Amidani c´è un´area verde fiancheggiata da una specie di pista ciclabile, entrambe soffocate da erbacce alte ormai più di un metro
Immondizia e arredo urbano a pezzi da viale Gian Galeazzo a Ripamonti
<B>Arturo Buzzolan</B>
Il degrado esce dalla città e minaccia gioielli come l´abbazia di Chiaravalle e il Parco Sud. E da Vaiano Valle a Ripamonti, fin su a viale Gian Galeazzo, lo spettacolo a sud della cerchia dei Navigli è sconfortante: certe strade, certi quartieri appaiono quasi abbandonati a se stessi.
La discarica in piazzetta - Via Crema, ad esempio. Neppure tanto lontana dal centro. All´angolo con via Trebbia c´è un vero monumento all´incuria. Attorno alla centrale dell´acqua potabile, in mezzo alla piazzetta su cui si affaccia anche la parrocchia di San Rocco in Sant´Andrea, c´è di tutto: non solo rifiuti, ma anche erbacce altissime, asfalto decrepito e spaccato, un blocco di cemento. E poi file di bottiglie di birra vuote, un vecchio asse da stiro, batterie di scooter che emergono da uno spesso strato di terriccio e foglie secche, persino un proiettore per diapositive fatto a pezzi.
I giardini dimenticati - Verso sud la situazione non migliora: sacchi di spazzatura abbandonati proprio davanti al consolato cinese di via Benaco, immondizia e stracci lungo tutto un muro di via Romilli. Nella rotonda di piazza Bonomelli ecco gli antichi resti di un incidente stradale sotto i quali fa ormai capolino l´erbetta: due segnali stradali sradicati, un pannello appoggiato a terra, un archetto piegato e appiattito. Il peggio, però, è nei giardinetti: la nuova task force dell´Amsa, che in parchi come Ravizza sta già dando buoni risultati, qui evidentemente non passa da un po´. Sotto le panchine malandate si accumulano sporcizia e foglie secche, con il consueto contorno di bottiglie vuote, lattine, pacchetti di sigarette. Un carrello della spesa abbandonato completa il quadro.
Abbazie e spazzatura - Più giù, oltre la città, va un po´ meglio. Ma basta un giro nel parco Sud, la spina dorsale della futura "cintura verde" attorno a Milano, per imbattersi in brutte sorprese. A partire da Chiaravalle, uno dei gioielli. Proprio davanti all´ingresso dell´abbazia, in via Sant´Arialdo, un canale secondario della Vettabia si esaurisce in un acquitrino lurido da cui affiorano bottiglie, secchi sfondati, assi di legno, immondizia. Un abbandono che si ritrova poco dopo lungo via Vaiano Valle, la strada che risale verso via Ripamonti: dopo un centinaio di metri, in mezzo ai campi, ecco una discarica abusiva con pneumatici, batterie d´auto, cartoni sfondati, mucchi di stracci; più in là, tra le spighe, un cumulo di sacchi neri. I cartelli gialli con la scritta "Parco agricolo sud Milano", sul ciglio della strada, sono crivellati da colpi di pistola e fucilate. Ancora via Vaiano Valle, ecco la cascina diroccata dove una dozzina d´anni fa si sono insediati i rom e dove, ad aprile, si sono fatte vedere anche le ronde leghiste. Parabole tv aggrappate a muri pericolanti, cassonetti zoppi e contenitori vari pieni di immondizia, mucchi di detriti. E, accanto, ruspe all´opera dietro paraventi di plastica arancione.
Il caos dopo il mercato - Si torna in città. Via Ripamonti. Davanti a un condominio al 261 qualcuno ha abbandonato sul marciapiede due materassi, un divano, qualche seggiola, una rete, cartoni, l´immancabile asse da stiro, che per tutta la giornata nessuno porta via. Girato l´angolo, ecco la chiesa della Madonna di Fatima, in via dei Guarneri, ed ecco altri rifiuti: sul marciapiede, in mezzo alla strada, dappertutto. Il mucchio più alto è proprio davanti all´altarino con la Madonna proprio al di là della recinzione della parrocchia. Stavolta però un motivo esiste. È venerdì, giorno di mercato. Il problema è l´ora: le quattro del pomeriggio. Tutte le bancarelle hanno ormai sbaraccato, resta solo un fruttivendolo ritardatario, ma dei mezzi di pulizia, dai "soffiatori" individuali alle macchine aspiratrici ai grandi compattatori, non c´è ancora traccia. Il vento sparpaglia cartacce e sacchetti e li porta in giro per il quartiere. E la gente si arrabbia perché in centro, al lunedì in via Kramer o al giovedì in via Calvi per esempio, «vigili urbani e Amsa intervengono prima ancora che tutte le bancarelle se ne siano andate». Un residente, Elmer Righi, che abita in via Chopin, accusa: «Qui non si vede mai nessuno pulire prima delle cinque e mezzo o delle sei. E noi restiamo per due, tre ore con il pattume in mezzo alla strada».
Stonehenge in Ripamonti - Non è fatto di sola immondizia, comunque, il degrado di zona Ripamonti. Un giro dalle parti di via Pampuri, una traversa poco più a nord del grande incrocio con via Virginio Ferrari, può darne un´idea. Al fondo della strada, a trasformare in rotonda il crocevia con via Amidani (dove peraltro il traffico è ridottissimo) ecco una sorta di Stonehenge alla milanese, fatta non da monoliti di pietra ma da panettoni di cemento che, un tempo forse collocati in cerchio, ora sono messi a casaccio assieme a tre pali monchi. L´arredo urbano della zona è completato da un segnale stradale storto e da una fila di spartitraffico new jersey a separare le due corsie di via Amidani, quasi fosse un tratto di tangenziale e non una via semideserta e senza uscita. Proprio lì accanto c´è un´area verde fiancheggiata da una specie di pista ciclabile: sono entrambe assediate dall´erba e dalla vegetazione senza controllo che ha superato il metro d´altezza. Tra i ciuffi verdi affiorano i resti di un armadio.
Giungle di città - Foresta urbana, ma a macchia di leopardo, anche nei giardini di via Bazzi, proprio di fianco alla ferrovia che arriva da Porta Romana. Su un lato erbacce altissime, sull´altro una triste fila di alberelli piantati da poco e già secchi, accanto ad altri che sono riusciti ad attecchire. Sul vialetto d´asfalto spiccano quattro blocchi di cemento a gradoni che dovrebbero servire da panchine: ma sono sporchi e coperti di scritte spray, il rivestimento giallo cade a pezzi. Lì vicino sono state volenterosamente realizzate un paio di aiuole di "Viburnium (Davidii)" come spiegano i cartellini ancora appesi: ma molte piantine sono secche, tante macchie marroni su quello che doveva essere un tappeto verde. Poco più avanti, tornando verso il centro, dopo un concessionario d´auto in viale Toscana ecco aprirsi un misterioso e malandato cancello. È arrugginito, ricoperto di rete di plastica arancione a brandelli. Su un lato ci sono i resti sfondati di quello che doveva essere un citofono. All´interno mucchi di detriti, foreste di erbacce, rifiuti, blocchi di cemento qua e là. Ogni tanto entra un camion che trasporta altri detriti. Poi esce zoppicando un ragazzo nordafricano che si appoggia a una stampella e va a chiedere l´elemosina. Il cartello dice "Comune di Milano, ufficio tecnico servizio giardini, magazzino zona Sud".
Per finire, ai confini con il centro, viale Gian Galeazzo. L´inciviltà ha colpito pure qui: qualcuno, non sapendo che fare di un grosso mucchio di rotoli e scatoloni di cartone, l´ha abbandonato, assieme a un sacco dell´immondizia, sotto un albero del viale. In attesa che altri vengano a portarlo via.