I fantasmi delle multe
Di notte vigili invisibili contro la sosta selvaggia, Le contravvenzioni a casa dei trasgressori smascherati dalla candid camera. Controlli in piazza Vittorio e nelle vie attorno ai Murazzi - da La Stampa del 03.07.2007
03 July, 2007
<b>Luciano Borghesan</b>
Uno guida, un altro riprende con la videocamera le auto in sosta vietata, un terzo (sul sedile posteriore) annota i numeri delle targhe. Sono tre per pattuglia i «vigili-fantasma» che colpiscono gli automobilisti della sosta selvaggia. Viaggiano su Megane bianche. In borghese loro, anonime le vetture.
«Ehi voi, chi siete? che cosa state facendo?», alcuni giovani all’angolo con piazza Vittorio cercano di sapere che cosa sta succedendo dentro quella macchina.
La Megane marcia a passo d’uomo, l’equipaggio continua a riprendere auto mal posteggiate al centro di via Bava. Arrivata in corso San Maurizio, la squadra si ferma a fianco di un’altra Megane, da cui scendono tre colleghi, e insieme concordano come completare il servizio prima di rientrare in sede.
Sono le ore 23 di sabato 30 giugno. Piazza Vittorio è assediata dalle auto, mentre il parcheggio sotterraneo segnala ancora disponibilità di posti. Si preferisce rischiare la multa piuttosto che pagare 1 euro l’ora. E poi «è più comodo».
D’estate, ormai da anni, arrivano a migliaia i frequentatori dei Murazzi, si posteggia ovunque, sui Lungo Po Cadorna e Diaz, al centro delle vie Bava e Bonafous, lungo corso Moncalieri, intorno alle esedre di piazza Vittorio, e a volte sopra, spostando «piramidine» in pietra e fioriere. Spesso tutto ciò avviene sotto gli occhi di carabinieri e polizia, forze impegnate ad assicurare altri servizi di ordine pubblico.
Così quando i locali straripano di giovani e le strade della zona circostante sono intasate, arrivano i vigili-fantasma e scrivono, registrano immagini che confermeranno la bontà della contravvenzione, se il multato contesterà la notifica.
«Capita così quasi tutte le sere - dice un esercente -, i clienti vanno via ignari della multa, ma tra qualche tempo sapranno».
Da tempo la candid-camera è divenuta uno strumento di lavoro per i vigili urbani di Torino. Non solo per le soste. Punto, Clio, Megane «in borghese» vengono utilizzate anche in altri luoghi della città dove l’infrazione è costante, ripetuta. Agli incroci di corso Unione Sovietica, ad esempio, dove non si può svoltare a sinistra dal corso centrale (bisogna farlo dal controviale), e, invece, sono sempre troppi coloro che azzardano manovre pericolose. Inoltre, telecamere fisse «vigilano» sulle corsie riservate.
Non tutti i vigili sono d’accordo a diventare fantasmi. Specie tra la vecchia guardia ci sono le «colombe», agenti che tengono all’immagine tradizionale del civich, lo si definiva «specchio della città», quello che predilige il rapporto con il cittadino e che con la sua presenza lo induce a comportarsi correttamente.
«Se mi colloco davanti a un incrocio - afferma un vigile con alcuni decenni di servizio - faccio prevenzione, se mi metto dopo, multo».
«A suo tempo - aggiunge un altro - ci insegnavano a presentarci a chi stavamo per multare. Dobbiamo evitarlo solo dove si mette a rischio il traffico. Ad esempio in viali e corsi dove non si può fermare bruscamente un’auto in piena corsa».
Non è il caso della sosta, precisano al Comando di corso XI Febbraio. Mettere l’avviso sul parabrezza non è un obbligo: «Il preavviso è una “cortesia”, e serve a far risparmiare soldi sia al multato se paga subito e all’amministrazione che evita pratiche e ricerche», spiega un dirigente.
Ma è la filosofia di fondo sul ruolo del vigile che divide falchi e colombe all’interno della polizia municipale: i primi sperano di educare l’automobilista a comportarsi bene sempre, anche senza il fischietto sul collo.