Mare Vivo, mare libero
Siglato il 5 luglio a Roma l’accordo tra PolieCo, Mipaaf e Corpo delle Capitanerie di Porto della Marina Militare Italiana per la custodia e il riciclaggio delle reti da pesca dimesse
09 July, 2007
Entra nel vivo il progetto “Mare Libero”, un’iniziativa fortemente voluta dal PolieCo (Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene) e nata in collaborazione con l’associazione ambientalista Marevivo per affrontare i problemi derivanti dalla presenza nel Mediterraneo di reti da pesca dimesse o accidentalmente perdute e del relativo materiale accessorio.
In base all’accordo firmato oggi presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, PolieCo si impegna, su tutto il territorio nazionale, a prendere gratuitamente in custodia reti e attrezzi da pesca confiscati dalle Capitanerie di Porto in modo da poterli più facilmente avviare (al termine dell’eventuale processo sanzionatorio) al recupero per il riciclaggio oppure verso i soggetti autorizzati allo smaltimento. Gran parte dei materiali sequestrati, infatti, è composto da polietilene e andrebbe comunque raccolto e riciclato tramite il Consorzio. Viene così superata la prassi di lasciare in custodia le reti ai contravventori, che è stata contestata all’Italia dall’Unione Europea.
Nell’ambito del progetto “Mare Libero” rientra anche il recupero delle reti da pesca e degli equipaggiamenti accessori (come cordame o galleggianti) dismessi che avverrà, invece, attraverso la realizzazione e il posizionamento in prossimità delle aree portuali di “isole ecologiche marine” presso cui conferire tale materiale che successivamente il Consorzio PolieCo, attraverso i propri iscritti presenti sul territorio, prenderà in carico per avviare al riciclaggio.
Questa azione, già all’attenzione del Mipaaf e del Ministero dell’Amibiente e della Tutela del Territorio e del Mare, prevede il coinvolgimento di Associazioni ambientaliste (tra cui il WWF) e della pesca professionale. Il
Progetto sarà accompagnato da una campagna promozionale ed educativa - rivolta non solo ai pescatori, ma anche ai semplici cittadini – mirata al rispetto del mare e alla difesa della biodiversità, affinché venga mantenuto l’equilibrio di un ecosistema da preservare intatto per le future generazioni. Ad oggi, sono state individuate 4 Aree portuali presso cui implementare l’attività di recupero del materiale e i relativi responsabili del controllo delle attività di conferimento. I porti che saranno oggetto della sperimentazione del progetto sono: Mazara del Vallo (Tp), Chioggia (Ve), Manfredonia (Fg) e Salerno (Sa).
Tipologia reti e cordami da pesca da recuperare. I materiali che possono essere oggetto di azioni mirate di recupero e riciclaggio sono: reti di vario tipo utilizzate nella pesca artigianale (reti da posta, tramagli o monofilo), e industriale (reti da circuizione e a strascico, che sono le più soggette ad usura ed a danneggiamenti); cordame di vario tipo necessario per armare correttamente gli attrezzi da pesca; vari prodotti (tra i quali boe e galleggianti, realizzati in materiale plastico, il cui utilizzo è articolarmente diffuso nelle attività di pesca).
Tutto questo materiale è recuperabile dalle aziende associate al Consorzio PolieCo (lo scorso anno in Italia sono state oltre 350mila le tonnellate di polietilene riciclate rispetto all’immesso al consumo stimato in 1 milione di
tonnellate).