Atm, piano antidisagi: in arrivo 700 nuovi tram e bus
dal Corriere della Sera del 05/09/07
05 September, 2007
di Rita Querzé
«Più investimenti contro ritardi e guasti». Sicurezza, 2.500 nuove telecamere. Raddoppiano i controllori
Più mezzi, più puntualità. E più sicurezza. Il tutto senza chiedere maggiori esborsi di fondi pubblici, ma puntando soltanto sulle economie interne. Questo l'ambizioso obiettivo di Atm contenuto nel piano industriale 2008-2010. Il piano è stato presentato ieri al sindaco. «E' un progetto serio, che prevede forti investimenti, senza aumenti di tariffe», ha commentato Moratti. E ancora: «Punta su la sicurezza personale per chi viaggia sui mezzi, la puntualità e la frequenza, la climatizzazione e il confort».
I CONTI — Certo è che l'operazione «taglio dei rami secchi» (leggi «diseconomie, inefficienze») non è finita. Atm è già passata dagli oltre 14 mila dipendenti degli anni '80 agli 8.700 di oggi. Inoltre i conti da nove anni si chiudono in attivo. Dal 1998 al 2006 Atm ha registrato un utile complessivo di oltre 70 milioni di euro. Ma, secondo l'amministrazione di Elio Catania, si può ancora intervenire per migliorare il bilancio. E investire quanto risparmiato in nuovi mezzi e infrastrutture.
NUOVI MEZZI — Lima di qua, riorganizza di là, l'obiettivo è arrivare al traguardo del prossimo triennio con 700 nuovi mezzi, tra autobus, minibus, filobus, tram e treni. Dal punto di vista finanziario, il piano d'impresa prevede investimenti per 900 milioni di euro dal 2008 al 2010.
Il 40 per cento di questi fondi dovrà saltare fuori da «una profonda revisione dei processi operativi e gestionali», per dirla con le parole dell'azienda. Il resto sarà garantito da Stato, regione Lombardia, Provincia e comune di Milano. Va ricordato, infatti, che le aziende del trasporto locale non riescono a mantenersi con i soli introiti provenienti dai biglietti. Per legge, la vendita dei titoli di viaggio deve coprire almeno il 35 per cento dei costi. E Atm, grazie anche alle frequentatissime linee del metrò, ha raggiunto quota 50 per cento.
RISCHIO TAGLI — Oggi il piano industriale sarà presentato ai dirigenti dell'azienda. Nei prossimi giorni toccherà anche al sindacato. Tra i ranghi dei rappresentanti dei lavoratori ieri serpeggiava una certa preoccupazione. In questi giorni sono circolati documenti su carta intestata dell'azienda che illustrano progetti per la razionalizzazione dei settori che si occupano della manutenzione delle infrastrutture e degli automezzi. «Niente a che vedere con quanto contenuto nel piano industriale», puntualizza l'azienda. Ma tra i dipendenti i timori restano.
PIU' SICUREZZA — Al Corriere risulta anche che Atm raddoppierà (da 120 a 140) il numero di coloro che si occupano del controllo dei biglietti e della sicurezza di chi chi circola sui mezzi. E questa volta l'azienda non smentisce. Già ad agosto è partita una campagna di reclutamento interno tra il personale disposto ad abbandonare la guida di tram, bus e metrò per entrare nello staff che vigila sui tram e in metropolitana.
Per continuare sul filone della sicurezza, altro obiettivo di Atm di qui al 2010 è garantire il controllo delle telecamere su tutta la rete metropolitana. Altri 2.500 apparecchi saranno installati sulle linee uno e due (la tre è già presidiata). Un modo per aumentare la serenità di chi viaggia e tutelarsi anche di fronte a eventuali minacce terroristiche.
Ma molti altri aspetti della gestione di Atm restano ancora da chiarire. A partire dall'assetto societario. Quale sarà il peso della holding (Atm spa) rispetto alle controllate (prima fra tutte Atm servizi)? La risposta si avrà nei prossimi giorni, con la presentazione dettagliata del piano.
I sindacati: troppi tagli, non siano i tranvieri a pagare
«Ben vengano l'aumento e il rinnovo dei mezzi. Solo così si possono convincere i cittadini ad utilizzare di più tram e metrò. L'importante, però, è che non siano i tranvieri a pagare tutta l'operazione». Il segretario generale della Camera del lavoro, Onorio Rosati, vuole evitare prese di posizione affrettate: («Da tempo si attendeva un piano industriale, daremo un giudizio definitivo solo dopo averlo letto in ogni dettaglio»). Ma viste le prime informazioni fatte filtrare dall'azienda mette le mani avanti: «I nuovi investimenti non possono essere attuati solo grazie a sacrifici dei dipendenti. La produttività del lavoro in Atm è già aumentata molto negli ultimi anni. Basta guardare l'enorme monte straordinari. E' importante che non si incrementino ancora i carichi di lavoro. Anche perché a venire penalizzata potrebbe essere la sicurezza dei viaggiatori, oltre a quella dei conducenti».
«Atm tende sempre di più a esternalizzare la manutenzione — interviene Dario Balotta, segretario generale della Fit Cisl lombarda —. Ad occuparsi delle verifiche tecniche su tram, bus e metropolitane sono le stesse società che cedono i mezzi in leasing. Il problema è che uno zoccolo duro di manutentori deve restare in azienda: si tratta di un settore strategico, su cui non si può disinvestire oltre un certo limite». Balotta ha anche un altro dubbio: «Benissimo gli investimenti. Ma da dove escono tutti questi soldi?».
A farsi domande sono anche le associazioni dei consumatori che rappresentano gli utenti dei servizi di trasporto pubblico. «Atm pensa a far tornare al meglio i suoi conti e questo va benissimo — valuta Angela Alberti, dell'Adiconsum regionale —. Ma il problema è che questa azienda ha un ruolo che va ben oltre la gestione del servizio sul territorio del Comune. La municipalizzata milanese svolge una funzione di coordinamento sul trasporto pubblico in tutti i 32 Comuni dell'hinterland. E le disparità nella qualità del servizio in quest'area sono tali che bisognerebbe cominciare a ragionare in un'ottica più ampia ».