Atm, più mezzi contro smog e traffico
Intervista a Elio Catania, presidente Atm dal Corriere della Sera del 13.09.07
13 September, 2007
Catania: troppa burocrazia in Atm Più mezzi contro smog e traffico
«Aria condizionata in metrò e nuove linee nel piano di sviluppo. Milano non è fatta per le auto, ma il Comune ci deve aiutare»
Il presidente: maggiore sicurezza e meno ritardi per vincere la sfida del ticket
«Atm è una gran bella azienda. Piena di gente in gamba. Ma diciamoci la verità: oggi non è più capace di esprimere idee nuove. Col tempo è diventata burocratica, rigida, segmentata. È il momento di cambiare. Per garantirsi un futuro ».
A voler rivoltare Atm come un calzino è Elio Catania, 61 anni, un passato in Ibm (che spesso ricorda) e uno più recente in Trenitalia (che citano i suoi detrattori).
Lui non si scompone. Pragmatico, ai milanesi chiede che la sua gestione sia valutata sui risultati. E gli obiettivi scritti nel piano industriale 2007-10 sono ambiziosi.
Dall'aria condizionata in metrò alle cinque stazioni ristrutturate. Non sarà fin troppo?
«Garantire ai milanesi mezzi puntuali, puliti e sicuri mi sembra il minimo. Il piano è molto sfidante ma realistico. D'ora in poi parleranno i fatti».
Come si fa a investire di più tenendo in equilibrio il timone del bilancio?
«Si fa. Basta aumentare il fatturato di 100 milioni in tre anni grazie a lotta all'evasione, agli introiti da parcheggi, ai passeggeri in più. E nello stesso tempo tagliare i costi di 50 milioni l'anno in tre anni. In questo modo libereremo cassa. E potremo cominciare a investire i 390 milioni di liquidità accumulati nelle casse Atm».
Il sindacato è già preoccupato per i tagli. Si parla di 110 addetti alla manutenzione in meno di qui a tre anni.
«A proposito di sindacato, il rapporto è ottimo. Stiamo lavorando anche a interventi migliorativi per i tranvieri. A partire dal rinnovo delle divise».
Sì, ma le questioni restano.
«E non voglio sfuggirle. L'organico di Atm nei prossimi tre anni resterà stabile. Questo non è un piano che gioca sul lavoro. Certo, il turn over ci consente di equilibrare gli staff dei vari settori a seconda delle esigenze attuali. Ma sia chiaro: la manutenzione è una competenza chiave dell'azienda».
A proposito di questioni aperte: i dipendenti che Atm dovrebbe cedere nei lotti in cui ha perso le gare potranno restare in azienda o no?
«Già perdere una gara non è il massimo. Pretendere poi che ci si tenga anche tutto il personale mi sembra troppo. Quando ci servivano autisti di fatto abbiamo evitato la cessione dei tranvieri. Ma non può diventare la regola».
Da gennaio Atm spa è una holding che controlla otto società. Vuol fare retromarcia?
«Dal primo luglio abbiamo tolto tutti i doppioni. Per essere chiaro, ora in tutto il gruppo c'è una sola area comunicazione, un solo dipartimento che si occupa di gestione del personale, eccetera. C'era bisogno di ridare compattezza all'azienda ».
Atm è controllata al 100 per cento dal Comune. Richieste per palazzo Marino?
«Fare squadra per convincere i cittadini che Milano non è fatta per l'automobile. Servono più semafori intelligenti, più corsie preferenziali e — perché no? — anche più multe per chi parcheggia in seconda fila».
L'opposizione in consiglio critica la scelta di investire su mezzi diesel invece che a metano. Cosa risponde?
«L'obiettivo di Atm è ridurre le emissioni di Pm10 del 90 per cento rispetto a dieci anni fa. Come azienda dobbiamo tenere conto sia dei costi industriali che dell'impatto ambientale. Anche il metano ha le sue controindicazioni. E gli EEV 5 (diesel, ndr) garantiscono emissioni basse.
L'ecopass è un'opportunità per Atm. O no?
«Da cittadino vedo positivamente tutte le iniziative che spingono all'uso del mezzo pubblico. Da presidente di Atm, metterò in condizioni l'azienda di essere all'altezza di questa sfida