Aumentano le vendite di auto a Milano e provincia
Boom delle immatricolazioni in provincia che aumentano del 10,7%, a Milano crescita dell’8%
13 September, 2007
<i><b><font size="1">Ovidio Diamanti</font></b></i>
Mentre Regione e Comune si prodigano ad incrementare la sosta a pagamento, a vietare la circolazione dei mezzi inquinanti e a prospettare l’introduzione della pollution charge, aumentano le immatricolazioni di auto a Milano e provincia nel corso del 2007.
In città si è registrato un incremento dell’8%, mentre nella provincia la crescita è del 10,7%. A Milano il parco auto circolante è in realtà diminuito rispetto al passato. E’ sufficiente pensare che oggi, in città, ci sono 56 vetture ogni 100 abitanti, nel 2002 ce n’erano 64 su 100 e Milano aveva un tasso di motorizzazione pari al doppio di Londra e Berlino. Rilevante è il dato sulla provincia, un 10,7% che significa un incremento degli spostamenti in auto da e verso la città.
Il rinnovo del parco auto non è comunque di per sé un segnale negativo in epoca di emissioni inquinanti. Per <b>Aldo Ugliano</b>, consigliere comunale dell’Ulivo a Palazzo Marino, è probabile che “molti cittadini hanno voluto mettersi in regola acquistando macchine nuove, adeguate alle norme che limitano l´inquinamento”. Ciò che preoccupa è, invece, l’aumento delle vendite dei diesel che, spiega <b>Carlo Monguzzi</b>, consigliere regionale dei Verdi, “sono i più inquinanti tanto che un diesel euro 4 emette la stessa quantità di Pm10 di una vettura a benzina euro 0”.
L’Assessore regionale alla qualità ambientale Pagnoncelli ritiene che i diesel non inquinano quanto un’auto a benzina euro 0. “La Regione- spiega Pagnoncelli- vorrebbe vietare la vendita di diesel senza filtro antiparticolato, ma non è una competenza regionale”.
I dati sulle immatricolazioni rilanciano la questione dell’efficienza dei mezzi pubblici. Secondo un’indagine svolta tempo fa dai Democratici di sinistra, i mezzi pubblici di superficie viaggiano a circa 13 km all’ora, e i cittadini dicono di tram, bus e metrò che sono sporchi e poco pratici. Per Aldo Ugliano “manca una volontà di incentivare il trasporto collettivo”.