Scempio d’Italia, Matteoli tenta il blitz
È battaglia sulle commissioni che valutano l’impatto ambientale. Il ministro vuole la fiducia, le opposizioni attaccano
14 January, 2004
ROMA La notizia del giorno, oltre al pronunciamento della Consulta sul Lodo Schifani, è la presenza del ministro Altero Matteoli in Parlamento. È una notizia perché non si è presentato quando si è discusso di condono, scorie nucleari o legge delega ambientale, tanto per citare alcuni cruciali momenti di dibattito sul futuro di una materia di sua competenza. Il ministro non si è perso una seduta da quando si discute del decreto legge sulla valutazione di impatto ambientale, la cosiddetta «Via». In ballo ci sono le nomine nella Commissione Via per le grandi opere e quelle per la commissione ordinaria. Non è una questione secondaria: si tratta di decine di posti da occupare. Secondo l’opposizione, con questo decreto legge, Matteoli e il governo stanno facendo un vero e proprio «blitz» per annullare sentenze di Tar, lottizzare liberamente la commissione Via ed esautorare i poteri degli enti locali». Da ieri la discussione alla Camera è entrata nella fase cruciale, oggi è previsto il voto finale. Altero Matteoli, su questa vicenda ha puntato i piedi: ha chiesto l’ok al consiglio dei ministri per porre la fiducia sul provvedimento se le cose si fossero messe male in Parlamento. Tanto interesse nasce da una storia un po’ complicata, ma che vale la pena di ripercorrere. Tutto inizia con il pronunciamento della Consulta che ha bocciato la legge obiettivo laddove non prevedeva il coinvolgimento degli enti locali e la loro rappresentatività in Commissione grandi opere. OPERE STRATEGICHE Il governo è stato, in buona sostanza, costretto ad includere i rappresentanti delle amministrazioni locali interessate dalle opere ritenute «strategiche» sul piano nazionale. Ecco da dove nasce il decreto legge in questione. Il fatto è che partendo da quel pronunciamento, relativo soltanto alla Commissione Via per le grandi opere, il ministro Altero Matteoli è andato oltre: ci ha infilato dentro anche la commissione ordinaria. Perché? Perché su quest’ultima ilministro era intervenuto nel settembre 2002 applicando lo spoils sistem e silurando ben 23 dei 40 membri di cui era composta. I tecnici epurati si sono rivolti al Tar chiedendo il reintegro nelle loro funzioni. Il Tar - con sentenze numero 4443, 4444, 4447, 4448 - ha accolto i ricorsi presentati dai commissari ed annullato il provvedimento emesso dal ministro. Matteoli non ha mai tenuto conto di quelle sentenze. Anzi, applicando la sentenza della Consulta anche alla commissione Via ordinaria, cerca di aggirare il tribunale amministrativo prevedendo nuovi incarichi e facendo così tabula rasa del passato. OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO Il Tavolo Ambiente, che raccoglie intorno a sé i rappresentanti dell’opposizione, dice: «Il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso dei tecnici esautorati dalla commissione ordinaria sul cui reinserimento si attende ora il parere del Consiglio di Stato. Ma, il testo in discussione prevede, all’articolo 3, un vero e proprio blitz che annullerebbe la sentenza del Tar e svuoterebbe il pronunciamento del Consiglio di Stato, per dare a Matteoli la possibilità di nominare liberamente i propri rappresentanti nella commissione. Inoltre, è quanto meno incomprensibile il senso dell’articolo 4 che riguarda le autorizzazioni per gli impianti di telecomunicazioni. Dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del decreto Gasparri sarebbe inammissibile ogni tentativo di sanatoria per progetti che non siano rispettosi delle competenze dei comuni e delle norme sull’inquinamento elettromagnetico». Disprezzo totale per l’ambiente, per la tutela del patrimonio pubblico e brutale logica lottizzatoria: questo il commento delle opposizioni al decreto. LA «CURA MATTEOLI» Fabrizio Vigni, capogruppo Ds in commissione Ambiente alla Camera elenca davanti al ministro e ai parlamentari del centrodestra qualche cifra sul lavoro della Via, a partire dal 1997 ad oggi. Dal 1997 al 2001 la Via ordinaria (allora composta da 20 membri) ha esaminato 220 pareri relativi ad altrettanti progetti; nell’aprile 2001 quando fu portato a 40 il numero dei tecnici e dal 15 maggio 2001 al 25 luglio dello stesso anno la commissione ha emesso 74 progetti. Dal settembre 2002, dopo la «cura» Matteoli, al settembre 2003 i pareri emessi sono stati sette. Commenta il Wwf: «Questo decreto lascia dei profondi dubbi sulla funzionalità della commissione per le cosiddette opere strategiche e sull’autonomia della commissione ordinaria».