La pista ciclabile che nasconde rifiuti
Scoperti dalla polizia ambientale migliaia di metri cubi di rifiuti fuorilegge utilizzati come base per la pista ciclabile in realizzazione tra ponte Isabella e ponte Balbis. Ora il Comune dove provvedere allo smantellamento
27 September, 2007
La pista ciclabile in costruzione tra ponte Isabella e ponte Balbis non avrebbe poggiato su un terreno che si possa dire solido. 5 mila e 400 metri cubi di rifiuti fuorilegge, secondo la ricostruzione del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf), sarebbero stati spianati dalla ditta appaltatrice dei lavori, come base per l'opera che, secondo il progetto originario dello Studio Mamoli di Vicenza si sarebbe dovuta realizzare con un impatto minimo sull'ambiente circostante. Così non è stato e, secondo Emilio Soave di Pro Natura Torino, le ragioni sono anche da ricercare nella supervisione dell'opera, affidata al Settore infrastrutture piuttosto che al più attento Settore verde pubblico del Comune, che normalmente si occupa di questo tipo di realizzazioni (ad esempio quella della pista ciclabile in costruzione tra ponte Balbis e Moncalieri, in zona Fioccardo).
Si ipotizzano, per il direttore del cantiere e il dirigente del Settore infrastrutture del Comune che doveva vigilare sui lavori, i reati di gestione di rifiuti non autorizzata e di immissione degli stessi nelle acque del fiume. Si tratta di mattoni e cemento, scarti di demolizioni, che producendo lunghe scie rosse nel Po hanno attirato l'attenzione, fino ad arrivare all'esposto all'Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po). Ora il Comune dovrà provvedere a ripulire l'area per riportarla allo stato originario. I tempi per veder realizzata la pista ciclabile sono destinati ad allungarsi. - <i><b>F.V.</b></i>