Morbegno, le piste ciclabili progettate dai bambini
Gli alunni delle quarte elementari hanno realizzato dei piccoli elaborati
19 January, 2004
MORBEGNO Una città a misura di bambino, attraversata da una rete di circuiti ciclopedonali che restituisca ai più piccoli la possibilità di andare a scuola senza essere accompagnati dai genitori, a piedi o magari in sella alla loro mountain-bike. Un sogno che si è trasformato in idee e poi in progetti realizzati al momento su piccola scala, utilizzando materiale di riciclo per costruire una Morbegno in miniatura più sicura e accogliente per chi ancora non è costretto a preoccuparsi delle contravvenzioni e della sottrazione dei punti dalla patente. Ieri pomeriggio gli alunni delle classi quarte delle scuole elementari Ambrosetti sono stati i protagonisti dell’incontro in cui hanno presentato agli amministratori morbegnesi il risultato del lavoro di architettura partecipata sul tema delle piste ciclabili in città. Accompagnati dall’architetto morbegnese Francesco Lazzari, i ragazzi hanno pensato soluzioni per eliminare i punti più pericolosi della capoluogo della Bassa Valle come la rotonda di piazza Mattei, che sembra essere in cima alla lista delle zone più difficili da affrontare a bordo di una bicicletta, ma anche la statale con le sue numerose insidie, dal traffico allo smog. Così meglio creare piste ciclabili separate anche fisicamente dalle strade su cu transitano le automobili, cavalcavia e sottopassi riservati ai pedoni e alle bici, pensiline dove poter sostare a osservare i passanti e a chiacchierare. Un progetto che andrebbe bene non solo ai bambini. «Avete lavorato molto bene - sono state le parole pronunciate dal sindaco di Morbegno, Giacomo Ciapponi, dopo l’illustrazione dei ragazzi - i plastici sono stati curati nei minimi dettagli, ma soprattutto le vostre idee rappresenteranno per noi un importantissimo terreno di confronto su cui meditare per la città dei prossimi anni». L’assessore all’Istruzione Gianfranco Peyronel si è augurato che «tante delle proposte avanzate dai voi possano essere realizzate entro tempi ragionevoli», mentre il collega delegato all’Urbanistica, Alberto Gavazzi, ha esortato le insegnanti a «proseguire su questa strada, perché - ha aggiunto - la città appartiene a tutti e spesso le idee che arrivano dai bambini sono quelle che hanno migliori chance nel produrre effetti positivi nei luoghi urbani della quotidianità». Maria Cristina Pesce