Napoli: le "Mamme per la città" contro i rifiuti
Un gruppo di cittadine spingono per la diminuzione dei rifiuti e per una scelta di vita sostenibile. L'esperienza napoletana di "Mamme per la Città"
17 January, 2008
<font size="1"><b><i>Sergio Capelli</i></b></font>
Ci vengono segnalate dal Presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, come esempio di attività spontanea per la riduzione dei rifiuti nei territori "in emergenza". Sono le "Mamme per la città" di Napoli. Il loro quartier generale è il bed and breakfast <b><a href="http://www.tribunapoli.com/" target="_blank">Tribù Napoli</a></b>. "Un B&B sostenibile, che fa propri alcuni insegnamenti della bioarchitettura" ci dice <b>Alessandra D'Aniello</b>, portavoce del comitato.
<b>Alessandra, chi sono le "Mamme per la Città"?</b>
Come dice il nome, siamo un gruppo di mamme, ma non solo, che hanno una coscienza civica, e che agiscono, secondo i principi della sostenibilità, per migliorare la situazione cittadina
<b>Napoli è al centro delle cronache per la questione rifiuti. Come vi comportate in questo frangente?</b>
Innanzitutto distribuiamo (anche come forma di autofinanziamento) shoppers in tela. Un contributo attivo alla riduzione dei sacchetti in plastica in circolazione. Ma non solo. Abbiamo iniziato una campagna informativa per insegnare ai cittadini a differenziare e a rivalorizzare il rifiuto già in ambito domestico. Ad esempio, invitiamo i cittadini ad utilizzare i proprio rifiuti umidi per l'autocompostaggio, riutilizzabile, ad esempio come fertilizzante per le piante...
<b>Riciclo e riduzione, dunque...</b>
Certo. E inoltre abbiamo redatto un documento in cui "sponsorizziamo" esercizi commerciali che hanno una coscienza ecologica. Faccio l'esempio di un piccolo negozio biologico che, fra le altre cose, vende il latte in vetro, con vuoto a rendere.
<b>Produzione biologica campana che, in questi tempi di emergenza rifiuti, sta pagando dazio...</b>
Purtroppo i mass media stanno facendo di tutta l'erba un fascio. E' inutile negare che il fenomeno della contaminazione esista. Esiste, ma è confinato. E non tutti i prodotti campani sono stati contaminati. E' sufficiente saper scegliere, cosa che noi facciamo da sempre, prodotti che provengono da zone "pulite", e realmente "Bio".
Intanto qualcosa si muove in questa direzione: <b>MeetUp - Gli amici di Beppe Grillo <a href="http://www.ecodallecitta.it/index.php?id=8856">propongono uno sciopero dei consumi</a></b>, mentre il <b><a href="http://www.ecodallecitta.it/index.php?id=8857">WWF fa sei proposte a Sindaco e Prefetto</a></b>