Lo dice la legge se fa caldo. Il rapporto Aci su che dati si basa?
29 January, 2004
Mi dimentico sempre di portarmi dietro un termometro per misurare la temperatura che a me sembra caldissima delle carrozze ferroviarie e di altri locali pubblici. Probabilmente l’energia che scalda le carrozze ferroviarie non sarebbe altrimenti utilizzabile ma è in ogni caso perverso che si insista ad abituarci a temperature assurde, insane, energivore e comunque illegali. Ebbene sì: ho detto illegali. Quando qualcuno dice che ha caldo o ha freddo bisogna sapere che esistono definizioni di legge di cosa è caldo e cosa è freddo. La legge (9 gennaio 1991 n 10) fissa temperature massime da non superare. 18 gradi (più 2 di tolleranza) per gli edifici industriali ed artigianali, 20 gradi ( più 2 di tolleranza) per tutti gli altri. Si possono superare queste temperature solo in ospedali, o piscine e saune, ma con deroghe formalizzate e motivate. Per temperatura si intende la “ media aritmetica delle temperature dell’aria nei diversi ambienti di ogni singola unità immobiliare.” Se vi serve per protestare con qualcuno che vi fa bollire, il decreto è il D.P.R 26 agosto 1993 n 412 e successivi aggiornamenti. Scopo della legge e dei suoi decreti attuativi è innanzitutto e soprattutto il contenimento dei consumi energetici ( e del conseguente inquinamento) ma ovviamente la temperatura dei 20 gradi è stata indicata come ottimale anche per la salute (presupponendo che per il benessere non sia necessario stare nudi in casa). Non risultano statisticamente rilevanti le multe inflitte per violazione di queste norme , anche se sono state rispolverate in ordinanze antismog dei Sindaci. Dubito persino che molta gente sappia che si tratta di una legge e non di una semplice predica. Indubbiamente, non è facile calare queste cose dall’alto. E’difficile immaginare il vigile urbano che entra a misurare la temperatura. Ma se è verso un qualche Grande Fratello che siamo destinati ad andare, sarebbe meglio uno Stato che individua gli appartamenti sovrariscaldati anziché i movimenti dei tasti dei computer verso i siti porno. Per una volta, in questo campo non c’è da lamentarsi nei confronti di una particolare insensibilità ecologica italiana. Ricordo posti riscaldati a 25 gradi a Praga d’inverno. Mi raccontano di uffici statunitensi in cui si accendono i condizionatori d’aria per controbilanciare il riscaldamento. In Francia sperperano quantità incredibili di energia in riscaldamento elettrico perché tanto hanno il nucleare. La tendenza va invertita perché per avere qualche inutile grado in più in casa d’inverno si sta ..surriscaldando il pianeta !!! * * * * “Sostanzialmente delusi dal trasporto pubblico, gli italiani hanno aumentato il consumo dell’auto, sempre più indispensabile per razionalizzare le necessità quotidiane.” Lo afferma un rapporto Censis- Automobil Club diffuso nei giorni scorsi ed accolto, come quasi sempre accade per le ricerche di questo tipo, come una verità scientifica. Mi chiedo invece se nel rapporto non sia più letteratura sociologica (De Rita) che verifica effettiva… Tutto si basa su 4 mila automobilisti e soci Aci intervistati. E viene redatto e diffuso dopo giorni di scioperi più o meno selvaggi dei tram. In realtà stiamo attendendo i dati consuntivi del 2003 sulla vendita di carburanti. Da quel che si intravede, la crescita delle vendite di gasolio è compensata dal calo delle vendite della benzina. All’interno delle città l’uso dell’auto è ancora troppo, ma non risulta che sia ulteriormente aumentato. Probabilmente anche in assenza di provvedimenti antitraffico e di conversioni ecologiche , il calo dei consumi ha frenato l’uso dell’auto. (Esempio: a Torino ci sarebbe un calo del traffico dell’ultimo trimestre 2003 rispetto al 2002.) Stiamo aspettando anche le statistiche delle varie Atm ma non ci sono dati di calo dei passeggeri dei mezzi pubblici, (quando vanno…) Il rapporto Censis Automobil Club fa persino dell’ironia sull’eccessivo amore degli italiani per l’automobile. Ma dà per scontato ciò che invece non è più scontato, e cioè che la mobilità privata su quattro ruote sia destinata ovunque e sempre ad aumentare e che quindi debba essere accolta e servita da sempre maggiori e migliori infrastrutture. Ci vuole un Osservatorio aggiornato sulla mobilità.