Milano, un ricovero per smog ogni 36 ore
La ricerca avviata dalla Regione: un pool di medici con Harvard ha misurato i danni. Lo studio: ogni anno, a Milano, 250 in ospedale per l'inquinamento. Test su tremila cittadini: a rischio i vasi sanguigni, in crescita i problemi cardiaci - dal Corriere.it del 02.03.2008
03 March, 2008
<b>Simona Ravizza</b>
MILANO — Un ricovero per smog ogni 36 ore. In Pronto soccorso per infarti, ictus e crisi respiratorie dovute ai veleni dell'aria. Con un rischio di trombosi che cresce con l'incremento delle polveri. Nella Milano in lotta contro l'inquinamento, combattuto da gennaio anche con il ticket per chi entra in centro con un'auto inquinante, un pool di medici dell'Università Statale ha misurato i suoi danni sulla salute: «Studiare i meccanismi dei suoi effetti nocivi è fondamentale per riuscire a proteggere meglio i più a rischio: gli anziani e i bambini». È uno studio unico a livello nazionale, realizzato con l'Harvard School of Public Health e finanziato dalla Regione Lombardia insieme con agenzie di ricerca internazionali.
Dall'anteprima emergono dati choc destinati a fare riflettere complessivamente l'Italia su cui pende una procedura di infrazione aperta dalla Ue per il superamento dei valori limite di smog. «Solo in città ci sono almeno 250 ricoveri urgenti all'anno dovuti al Pm10 troppo elevato (su un totale di 72.700, ndr) — spiega Pier Alberto Bertazzi, docente di Medicina del lavoro e direttore della Clinica del lavoro, tra gli autori dello studio —. Centocinquanta sono legati alle malattie respiratorie, gli altri cento ai problemi cardiaci». È dimostrato con formule matematiche e algoritmi. Le micropolveri portano a ospedalizzazioni e anni di vita in meno. L'indagine è stata condotta su un campione di quasi tremila cittadini. Tra i test effettuati, anche quello che mette in relazione i livelli di inquinamento e la coagulazione del sangue: «Quando diventa eccessiva aumenta il rischio di danneggiamento dei vasi sanguigni e del cuore», dice Bertazzi. Ebbene: per ogni 10 microgrammi di micropolveri in più, il tempo di protrombina (indicatore della coagulazione) diminuisce dal 5 all'8%. Lo stesso avviene con l'omocisteina, un aminoacido collegato alle infiammazioni dell'organismo. «Con il Pm10 fuorilegge il suo valore aumenta del 7% — sottolinea Bertazzi —. Di qui la crescita dei problemi cardiaci ». Taglia corto Pier Mannuccio Mannucci, docente di Medicina interna e primario di Medicina interna del Policlinico, altro autore dello studio: «L'inquinamento aumenta sia a breve sia a lungo termine anche i rischi di trombosi venose ed embolie polmonari».
Ma non finisce qui: «Lo smog è solo uno tra i molti fattori di rischio per la salute», chiarisce Bertazzi. I ricercatori si sono concentrati, infatti, sul-l'effetto moltiplicatore dei veleni dell'aria: le micropolveri favoriscono lo sviluppo di ma-lattie, aggravano i loro sintomi e arrivano a provocare morti premature soprattutto se sommate a stili di vita nocivi come il fumo, la scarsa attività fisica e una dieta sbilanciata. La prova arriva dall'esame dei valori del sangue dei fumatori. Per ogni 10 microgrammi di incremento di polveri sottili in chi fuma aumenta fino al 70% il rischio di trombosi. Per gli altri l'impatto è decisamente minore. Non solo: «Un articolo scritto dal nostro ricercatore Andrea Baccarelli con gli epidemiologi di Harvard in uscita sulla rivista Circulation mostra che una dieta ricca di vitamine e aminoacidi essenziali riduce gli effetti del Pm 2.5 sul cuore», rileva il medico. Il messaggio dei ricercatori è chiaro: «Per combattere lo smog bisogna attivare misure di prevenzione a 360 gradi che tengano conto anche delle abitudini quotidiane. Il Pm10 non può più essere considerato un problema a se stante».