Fare clima locale, i resoconti dell'assemblea annuale per il clima
Alleanza per il Clima: occorre dotare di strumenti gli enti locali che ancora non hanno una pianificazione contro il cambiamento climatico
27 March, 2008
Il titolo della conferenza, "Fare clima locale", riassume bene quello che è stato l’andamento della conferenza annuale 2008 dell’Alleanza per il Clima il 18 marzo a Reggio Emilia, una delle città italiane avanzate nella politica territoriale per un futuro sostenibile. È stata una giornata di ricognizione degli strumenti a disposizione per la mitigazione dei gas serra e l’adattamento ai cambiamenti climatici e di una riflessione comune sulle prospettive e opportunità di una loro applicazione diffusa negli enti locali e territoriali.
Perché di questo si tratta: uscire dal piccolo gruppo di comuni, province e regioni che da tempo pianificano le loro attività con la sostenibilità come variabile guida e rendere capaci più enti pubblici possibili di elaborare e attuare una strategia del clima. "Per quanto possiamo essere soddisfatti dei 1700 governi locali e territoriali che in Europa hanno aderito all’Alleanza per il Clima", ha sottolineato il coordinatore italiano Karl-Ludwig Schibel, "rimane vero che sono più di 24.000 gli enti pubblici solo in Olanda, Germania, Austria e Italia, i quattro paesi con più membri della nostra alleanza".
Di fronte ad una minaccia impellente con seri impatti immediati, come ha dimostrato Stefano Tibaldi dell’ARPA Emilia Romagna, la mancanza di una strategia del clima è un serio handicap per ogni comune, provincia e regione. Gotelind Alber, esperto della politica del clima, si è dimostrata convinta che tra tre, quattro anni nessun ente locale e territoriale potrà fare a meno di una strategia climatica. Con quali strumenti renderli capaci di ciò?
Un sistema di emission trading con la contabilizzazione delle emissioni a livello territoriale e regionale potrà essere uno strumento per motivare comuni, province e regioni ad intervenire nell’industria leggera, nell’edilizia, nei trasporti, nell’agricoltura e naturalmente in casa propria a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Benoît Leguet ha presentato a tale proposito l’approccio elaborato dalla "Caisse des Depots" ed adottato dal governo francese mentre Giuseppe Gamba ha riferito su una sperimentazione del Kyoto Club di emission trading su base locale (comuni e province).
Anche i più ottimisti fautori del mercato come meccanismo di decarbonizzazione considerano lo scambio delle emissioni solo uno degli strumenti complementare ad interventi di incentivazione, regolamentazione e pianificazione. Giacomo Bizzarri ha presentato a tale proposito il piano energetico del Comune di Reggio Emilia, un piano dell’ultima generazione con variabili guida precise per ridurre, in sintonia con gli obiettivi dell’Unione Europea, il consumo energetico dell’1% l’anno.
Emerge dalla conferenza del 18 marzo come un compito di priorità strategica delle città, province, regioni attive contro i cambiamenti climatici, uno sforzo comune per allargare in modo deciso il campo di attori impegnati. Dalle reti - Alleanza per il Clima, Agende 21 Locali, Energie Cités, ICLEI, Nuovo Municipio, Kyoto Club ed altri - che sostengono gli enti in questo compito questi ultimi giustamente si aspettano, come hanno sottolineato diversi delegati, uno sforzo comune per mettere la politica del clima sull’agenda dei governi locali, territoriali e nazionale e dare a questo campo d’azione la visibilità che merita. Si delineano immense le dimensioni della sfida che gli enti locali e territoriali si troveranno davanti per la ristrutturazione del sistema di energia e di mobilità e per la pianificazione territoriale per rispondere agli impatti dei cambiamenti climatici sul territorio e ridurre le emissioni di gas serra. Gli strumenti sono a disposizione ed è responsabilità dell’importante gruppo di attori attivi muoversi insieme per attivare in Italia più comuni possibili per il clima.