Basse Di Stura, un pozzo d'energia
I rifiuti riscaldano 40mila famiglie. Partnership con General Electric: così per l´Amiat il biogas diventa un business - da La Repubblica del 22.04.2008
22 April, 2008
FEDERICA CRAVERO
Ci sono a Torino 40mila famiglie che ogni volta che accendono una lampada o attaccano la lavatrice è come se infilassero la spina direttamente in un sacchetto della spazzatura. Magie dell´Amiat, che nella discarica di Basse di Stura gestisce il più efficiente impianto di recupero energetico da rifiuti in Europa, mentre si colloca tra i primi cinque al mondo per la quantità di energia prodotta, oltre 90 gigawatt ora nel 2007. Merito di una rete di 34 chilometri di tubi che attraversano la discarica catturando dai bocchettoni il metano prodotto dalla macerazione dei rifiuti e di 10 motori della General Electric che insieme sprigionano una potenza di 14 megawatt. E che sono il primo passo di una partnership con la multinazionale dell´energia che potrebbe «svilupparsi in operazioni di business non solo in Italia ma anche all´estero - come ha prospettato l´amministratore delegato dell´Amiat, Maurizio Magnabosco - In un gesto solo risolviamo un problema per l´ambiente e lo trasformiamo in una risorsa. E consolidiamo la vocazione industriale dell´azienda, sfruttando le competenze che abbiamo acquisito e andare anche a venderle altrove».
Sembra impossibile, a vedere la collina terrazzata dove ogni giorno una fila ininterrotta di camion va, si pesa e scarica l´immondizia del milione e 400mila abitanti di Torino e degli altri 49 comuni che conferiscono a Basse di Stura. Eppure quell´ammasso apparentemente inerte, di cui cercare di sbarazzarsi compattandolo con il peso delle ruspe, è un pozzo di energia. Dopo un paio di giorni da quando un rifiuto finisce nella collinetta della discarica, infatti, inizia la sua trasformazione chimica che nel tempo provocherà il suo deperimento. E da quel processo si esala nient´altro che gas metano, lo stesso che potrebbe finire a riscaldare le caldaie di casa o alimentare le auto ecologiche. E la durata di questo processo è lunghissima, tant´è che a distanza di trent´anni dall´ultimo camion di spazzatura che si getterà a Basse di Stura, ancora si potrà catturare qualche grammo di metano. Intanto Iride ci alimenta oltre 40mila case, mentre attraverso un impianto di teleriscaldamento ci sono acqua calda e termosifoni bollenti «a impatto zero» anche nella sede Amiat di via Germagnano, dove lavorano quasi 600 dipendenti.
Vent´anni fa, quando il primo collettore è stato installato, l´impianto si limitava a captare e bruciare il biogas. Ed era già un bel vantaggio per l´ambiente, visto che il metano che si sprigiona, se non viene trattato, è altamente inquinante, responsabile dell´effetto serra ancora più dell´anidride carbonica.
Un sistema pionieristico, all´inizio, che nel 1994 si è evoluto in un impianto in grado non solo di catturare il biogas, ma di trasformarlo in nuova energia, senza impiegare una goccia di petrolio. E oggi, con l´installazione di quattro nuovi motori Jerbacher prodotti da General Electric, che si aggiungono ai sei già esistenti, si aumenta la potenza di questo sistema, diminuendo ulteriormente le emissioni inquinanti.
I primi ad accorgersi che qualcosa era cambiato sono stati i cittadini che abitano nei palazzi costruiti a pochi passi dalla discarica. Case vendute a prezzi calmierati, un investimento soprattutto per il futuro, visto che al 31 dicembre 2009 la discarica dovrà chiudere e al suo posto, come già avvenuto per la parte vecchia chiusa nel 1983, che ora è un parco naturalistico protetto dalla Lipu. Palazzi che fino a qualche anno fa erano ammorbati dalle puzze mentre oggi, con il miglioramento dell´impianto, nelle tubature si cattura non solo il gas, ma anche i cattivi odori, rendendo l´aria attorno se non profumata comunque non fetida.
E i vantaggi, oltre che per le casse dell´Amiat e il naso dei cittadini, sono anche per l´ambiente. Si calcola infatti che nel 2007 trasformare i rifiuti in energia, invece di produrre elettricità dal petrolio, abbia permesso di risparmiare 20mila tonnellate di greggio. Inoltre captare e trasformare il metano nelle turbine consente di abbattere dell´83 per cento le esalazioni inquinanti che si formano nella discarica. Come dire che così fatta, Basse di Stura immette nell´atmosfera in un anno l´equivalente di 120mila tonnellate di anidride carbonica, mentre in assenza di un simile impianto si calcola che la discarica torinese - che con i suoi 890mila metri quadri di estensione tra parte nuova e parte già esaurita è la seconda più grande d´Italia dopo Roma - ne esalerebbe l´equivalente di 730mila.