Il Piano anti-crisi può migliorare
A proposito del piano rifiuti per Napoli, pubblichiamo l’intervento dell’intellettuale Gerardo Mazziotti da Il Denaro del 29 maggio
30 May, 2008
Il piano per la soluzione dell'emergenza rifiuti della Campania, deciso dal Governo nella sua riunione a Napoli il 21 maggio scorso e completato dal Decreto del 24 sulle discariche, lo trovo criticabile per le seguenti ragioni. In primo luogo non tiene conto che più della metà della popolazione della regione (3 milioni su 5.725.000) è insediata nella provincia di Napoli con un territorio di 1.172 kmq, pari a meno di un decimo di quello regionale di 13.595 kmq.
Quando l'avvocato Alberto Servidio si insediò alla presidenza della Regione pensammo alla istituzione della Città-Regione attraverso la eliminazione delle cinque province.
Un'idea che, ove fosse stata inverata dal governo Berlusconi, sia pure limitatamente alla eliminazione delle attuali sperequazioni tra popolazioni e territori, avrebbe evitato gli scontri di Chiaiano e le proteste degli altri comuni.
La provincia di Benevento ha una popolazione di 293mila abitanti e un territorio di 2mila kmq; quella di Caserta 816mila abitanti su 2.639 kmq; quella di Avellino 438mila abitanti su 2.791 kmq e la provincia di Salerno, la più estesa della regione, ha una popolazione di circa 1milione di abitanti ( quanti ne ha il capoluogo partenopeo ) e un territorio di 4.872 kmq ( più di quaranta volte la superficie del territorio comunale di Napoli).
Talchè nessuna discarica si sarebbe dovuta prevedere nella cinta urbana napoletana.
E nemmeno a Terzigno che, oltre ad essere uno dei più ridenti comuni vesuviani, è tra quelli compresi nella zona rossa e nel parco del Vesuvio (ricordo che il decreto egge 61/2007 prevedeva la chiusura della ipotizzata discarica al momento dell'entrata in funzione del termovalorizzatore di Acerra, prevista entro ottobre 2007 e poi spostata a dicembre 2008, talchè non si capisce il senso di aprirvi due discariche da chiudere, per coerenza, entro la fine di quest'anno...).
La provincia di Salerno e quella di Avellino dovrebbero ospitare tutte le discariche avendo il miglior rapporto popolazione/territorio (1.393.000 ab / 7.663 kmq ) e, sopra tutto, vaste zone lontane prive di centri abitati nel raggio di diecine di km. C'è da sperare che il sottosegretario Bertolaso si renda conto della utilità di consultare, non solo i sindaci, ma anche gli scienziati delle università della Regione.
In secondo luogo la raccolta differenziata ha un senso ( e anche un utile finanziario per le pubbliche amministrazioni ) se, come avviene in molti paesi europei, americani e asiatici viene "privatizzata" ( ho citato più volte la signora cinese Zhang Yin che ricicla, pagandola, la carta usata di mezzo mondo ). Se,cioè, viene effettuata direttamente dalle industrie, prescelte attraverso una pubblica gara, per riciclare il vetro, la plastica, la carta, il legno e tutti gli altri materiali recuperabili.
Continuare a farne carico ai comuni per arrivare al 50 per cento nel 2010 è un errore perchè, tra l'altro, comporta troppi e dispersivi passaggi prima di arrivare alle industrie di trasformazione. In terzo luogo la decisione di chiudere gli impianti di "cdr" e aprire impianti di compostaggio ( l'umido dell'immondizia trasformato in concime per l'agricoltura) è una scelta saggia.
E lo veniamo dicendo da 14 anni. Quarto: una volta affidata la differenziata agli industriali e una volta realizzati gli impianti di compostaggio non ha alcun senso prevedere inceneritori o termovalorizzatori perchè non avrebbero da bruciare alcun cdr.
A meno che non si voglia realizzarli per ricavare energia e calore. Ma, in tal caso, bisognerebbe dimostrarne la convenienza sotto il profilo costi/benefici.
Accettato, per non continuare una polemica defatigante, che non emettono nell'aria polveri sottili nocive e che non producono scorie da portare a discarica.
Quinto: non è stato deciso alcun intervento straordinario per bonificare i territori avvelenati dai rifiuti tossici. E questo è molto grave.