Differenziata in tutti i quartieri di Napoli
Evitare che in discarica sia conferito tal quale, nel rispetto delle direttive europee, rendere più snello il sistema di smaltimento e raccolta, diffondere responsabilità e senso civico nei cittadini napoletani, questi alcuni dei contenuti dell’appello di Marco Rossi Doria e altri al comune di Napoli
01 July, 2008
È venuto da una voce storicamente fuori dal coro l’appello rivolto al comune di Napoli di lavorare ad un’ordinanza che obblighi alla diffusione della raccolta differenziata in tutti i quartieri della città. Marco Rossi Doria, maestro di strada nei quartieri spagnoli ed ora membro della Commissione nazionale di indagine sull’esclusione sociale, ha infatti coinvolto associazioni, intellettuali, ma anche rappresentanti del mondo politico, nel sostenere la proposta di proibire il conferimento di “tal quale” nei cassonetti. Tra i sostenitori ci sono Aldo Masullo, Daniela Lepore, Rossella Paliotto, Sergio Fedele, Dario Scalella, Antonio Risi, Adriano Giannola, Gabriella Gribaudi, Pietro Cerrito, Raffaele De Luca Tamajo, ma anche l’associazione Decidiamo insieme e Napoli punto a capo.
Con l’appello si richiede, in sostanza, che i rifiuti vengano conferiti separatamente e solo in sacchi e contenitori distribuiti dal comune di Napoli: uno piccolo (verde) dove mettere il materiale organico, ovvero quello che puzza, marcisce e non si può tenere a lungo in casa; uno, che può essere anche una scatola (bianca con croce rossa) dove conservare i rifiuti pericolosi (pile, medicinali, acidi, solventi, vernici) e uno grande, traslucido (rosso) dove mettere il resto (imballaggi, carta, cartone, lattine). Insomma, come ai Colli Aminei, anche a Posillipo e nelle periferie più degradate. Passaggio obbligato quello della differenziazione dei rifiuti, prima che questi vadano in discarica, poiché, come si legge nell’appello, pensiamo che sia un errore parlare di “discarica per rifiuti tal quale”, categoria negata dalla normativa nazionale ed europea. Per essere coerenti con le direttive europee e gli obiettivi di Kyoto, infatti, i rifiuti possono essere conferiti in discarica solo dopo essere stati vagliati, pre-trattati e campionati e comunque la discarica deve prevedere un sistema di recupero del biogas o un impianto di stabilizzazione della frazione organica all'ingresso. La situazione napoletana avrebbe portato, infatti, gli enti locali prima, ed il governo poi, a pensare che sia inevitabile affrontare innanzitutto l’emergenza e solo in un secondo momento, pensare a Kyoto. Questa visione si basa sull’idea che i bassi livelli di raccolta differenziata, che caratterizzano il capoluogo campano, non consentano di soffermarsi troppo sulle questioni ecologiche.
La posizione di chi propone e di chi sostiene l’appello è diversa. Sarebbe, infatti, possibile oggi affrontare entrambi gli aspetti contemporaneamente. La diffusione dei contenitori produrrebbe diversi vantaggi. Innanzitutto, se i cittadini rispettassero l’ordinanza, ma il sistema di raccolta e smaltimento non fosse in grado di svuotare le strade, si otterrebbe, in ogni caso, che in giro non ci sarebbero più rifiuti indifferenziati, ma cumuli di sacchetti di vario colore, un segno comunque di senso civico anche agli occhi del resto dell’Italia e dei turisti. Si tratterebbe di un´azione di emergenza, di salute e decoro pubblico ben più larga, in vista dell´estate, una vera e propria “raccolta differenziata emergenziale. In secondo luogo, si abbasserebbero le possibilità di collasso del sistema stesso. I sacchi rossi andrebbero in Germania, quelli verdi sarebbero trattati più facilmente dai cdr, i rifiuti pericolosi sarebbero più facili da smaltire.
Se la differenziata, inoltre, fosse attivata in maniera spinta, sarebbe più semplice convincere i sostenitori della discarica di Chiaiano, che si farebbe prima a costruire un impianto per il trattamento della frazione organica. Nel verso opposto, si tranquillizzerebbero i cittadini sul fatto che una discarica non accoglierebbe rifiuti tal quale. Fermo restando che andrebbe, comunque, cercata un’area geologica più idonea di Chiaiano.
Ultimo vantaggio, il riscatto civile della città, come si legge nell’appello: perché siamo cittadini italiani e europei come gli altri e sappiamo assumerci impegni e responsabilità in modo diretto e costruttivo.