Inceneritore un bel progetto non risolutivo
Prima serve la differenziata - da La Repubblica del 07.07.2008
07 July, 2008
Giulio Pane
L´esibizione muscolare che il governo centrale si accinge a realizzare nei confronti del problema rifiuti nel napoletano merita qualche ulteriore osservazione. Se è vero che l´inceneritore di Vienna produce solo un fil di fumo in prossimità del centro urbano, è anche vero che l´incenerimento è preceduto da una raccolta differenziata in ben sei tipi distinti di rifiuti, cui i cittadini sono ormai allenati dal lontano 1990, quando fu varata la legge sulla raccolta dei rifiuti (legge 325 del 1990).
Già a quel tempo si avviò la raccolta differenziata, che condusse già nel 2000 ad una percentuale del 40% di rifiuti riciclabili sul totale, composta da carta, vetro, metalli, materie plastiche, rifiuto organico. Il termovalorizzatore di Spittelau fu costruito negli anni ´70 ed è stato periodicamente aggiornato alle più moderne tecnologie, allo scopo di contenere al massimo l´emissione in atmosfera. Il progetto di Undertwasser, che tanto non piace a Nicola Pagliara, tendeva a dimostrare, forse scherzandoci troppo sopra, che è possibile travestire da castello delle fate (buone) anche un prodotto finale della civiltà dei consumi. Da questo solo punto di vista (ma prego gli schifiltosi di considerare che non è poco) quel progetto merita ogni considerazione: come fatto civile, e al di là di ogni ragionevole dubbio sulla sua valenza estetica.
Ma, come ben si comprende, qui non sono in gioco questioni di stile: un progetto ispirato al moderno minimalismo o postmodernismo non riuscirebbe ugualmente ad esorcizzare il mostro, che tale rimane, anche se puzza un po´ meno, o si esibisce nelle forme accattivanti del moderno destrutturalismo. Non credo che un caso di cancro prodotto da un´opera di Renzo Piano o dell´ottuagenario d´oltreoceano possa distinguersi più che tanto da quello che è.
La vera e sempiterna questione è e rimane la raccolta differenziata, preceduta da un´accorta preselezione dell´inutile e del superfluo, dalla quale si potrebbero anche ricavare imprevisti vantaggi sociali per le popolazioni meno abbienti, nonché non secondari vantaggi economici per tutti. C´è spazio per tutto ciò, nella partita nella quale si oppone un potere militarizzato alla protesta di chi vorrebbe solo vederci chiaro, e soprattutto non soccombere? L´unica proposta concreta, per ora, sembra quella dell´introduzione dell´insegnamento dell´ecologia nelle scuole; ma quanto ci abbiamo messo ad accorgercene.
Quanto lontane, dalle decisioni che si stanno prendendo, le promesse di qualche tempo fa: la bonifica di Bagnoli, un nuovo stadio per il calcio, un nuovo museo al mercato del pesce, un grandioso centro congressi alla Mostra d´Oltremare, il centro storico più grande del mondo, un tunnel a via Acton, il lungomare restituito ai napoletani, la coppa America, eccetera. Sembra proprio che a Napoli non si riesca ad applicare, con modestia, fermezza e costanza, nessuna delle semplici cose che altrove si fanno correntemente, e magari anche con intelligente programmazione. Nel dubbio, ciascuno che voglia può ampiamente documentarsi su Internet: fuori di Napoli, per fortuna, c´è il mondo (www.wien.gv.at/ma48/rtf/abfallwirtschaft-italienisch.rtf).