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E' pericoloso andare in bici in città?
Una statistica sul 2007 in Italia dimostrerebbe che il mezzo di trasporto più a rischio per chi lo usa è la bici. Ma la Fiab contesta
13 %
 
E' meno pericoloso di moto, auto e piedi
32 %
 
Si, è pericoloso, per questo uso poco la bici
55 %
 
E' un po' pericoloso ma la uso lo stesso
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3 commenti
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20.05.2009 13:05
il contesto culturale attuale nn aiuta la diffusione del mezzo, che non è pericoloso di per sè, ma lo diventa per i comportamenti imprudenti o superficiali di tutte le categorie (anche dei ciclisti: non usano le luci, sensi vietati, marciapiedi, semafori non rispettati). Certo, le amministrazioni potrebbero fare qualcosa! Ma non lo fanno, spesso inutilizzando fondi disponibili o non applicando banali strumenti di protezione e facilitazione per la circolazione ciclistica. Fa specie rilevare come, in un'area altamente problematica per l'inquinamento atmosferico, acustico e per la qualità della vita in generale, qual'è Milano e provincia, le amministrazioni non agiscano per trasferire parte del traffico su bici, anche favorendo l'intermodalità (mezzo pubblico+bc). Ad eccezione del bike-sharing; che però, se non sbaglio, non copre la città intera, presenta limiti di tempo di utilizzo e non si pone minimamente come progetto provinciale.
Antonio C.
18.05.2009 13:05
Concordo con Adry Ann, la domanda è mal posta. Infatti non è il mezzo in sé ad essere pericoloso, è viceversa pericoloso il comportamento irresponsabile e prepotente dei cosiddetti "utenti forti" della strada.
Ad Eindhoven, in Olanda, dove mi trovavo per lavoro, ho visto più volte le automobili fermarsi agli stop delle piste ciclabili (le bici hanno la precedenza) e ho pianto... (OK, OK, togliete il finale drammatico e sostituitelo con: "e ho pensato, con vivo disappunto, che in Italia si sarebbe dovuto fermare il ciclista, se non voleva finire arrotato")
Adry Ann
14.05.2009 12:05
Secondo me la domanda del sondaggio è mal posta perché contribuirà inevitabilmente a penalizzare la mobilità ciclistica associandola ad un'immagine negativa di pericolo.
Purtroppo è ben noto che i ciclisti e i pedoni sono gli utenti più esposti ai rischi di incidenti mortali o comunque gravi, ma solo perché sono gli utenti della strada più deboli. Sono infatti quelli che soffrono direttamente sul proprio corpo e non sulla carrozzeria di un veicolo gli effetti della disorganizzazione infrastrutturale che caratterizza le nostre città e il comportamento irresponsabile e prepotente degli "utenti forti" che, anche per la diffusa impunità" viene comunemente considerato la normalità, alla pari del malcostume nella politica.
Tutti quelli che hanno avuto la fortuna di vivere, per un certo periodo, in un Paese organizzato, sono rimasti piacevolmente sorpresi nell'apprezzare la qualità della vita che, senza sforzo, è possibile ottenere quando la normalità è intesa come il modo che consente di salvaguardare il bene comune.
In Italia siamo abituati a dividere il mondo in furbi e fessi e alla fine viviamo male tutti, i furbi e i fessi. Nei Paesi che hanno raggiunto un certo grado di organizzazione, i cosiddetti furbi non trovano spazio prima di tutto perché nessuno li considera tali e, di conseguenza, i comportamenti scorretti sono adeguatamente perseguiti a tutti i livelli, compreso quello di chi amministra la cosa pubblica.