A tu per tu con 1000 libbre di cervo
26 October, 2012
Se avete letto il post precedente, siete pronti per questo aneddoto.
Ecco, io ho avuto la sfortuna, una notte, di trovare la mia Isuzu Rodeo nel bel mezzo del più grande harem di Mammoth: una quarantina fra femmine, piccoli dell’anno, e giovani che sonnecchiano.
Parentesi.
Sul perché io, che a Torino mi spostavo in bici, abbia improvvisamente sentito il bisogno di possedere un’auto e per di più un fuoristrada ci sarebbe molto da dire, ma non ora.
Nel frattempo mi affido alla vostra comprensione. Grazie.
Per farla breve, in mezzo a tutte queste femmine non poteva che esserci Lui, indiscusso leader per rango e dimensioni, un enorme esemplare di 1000 libbre (4,5 quintali) e sette punte per palco, che in un giorno ha sfogato il suo impeto verso 47 fiancate di auto di guidatori imprudenti, che si accostavano per poterlo ammirare da piu' vicino.
Ma il mio problema è stato ben diverso.
Cercando di raggiungere la macchina, ho fatto svegliare alcune femmine, le quali, alzandosi di scatto, hanno attirato l’attenzione delle altre, e in breve mi sono trovato in mezzo a una reazione a catena che mai mi sarei immaginato. E ovviamente Lui se l’è presa con me.
Come dargli torto.
Insomma, dopo un breve e facile inseguimento, mi sono ritrovato letteralmente “spalle al muro” contro un’abitazione, nella quale ho cercato rifugio, senza le dovute misure di educazione che impongono di suonare il campanello. E qui vengo accolto da un cane che abbaia, ma soprattutto da un "WHO are you?" che viene dall'altra stanza. In effetti, penso, se e' vero che in America puoi sparare a chiunque violi la tua proprieta' privata, ebbene, aver fatto irruzione alle 10 di sera nel salotto di questo signore potrebbe essere la premessa di una esecuzione nel pieno rispetto della legge.
Ma appena arriva lo riconosco: e' il Superintendent di Yellowstone in persona!
E' sufficiente che si affacci alla porta per capire cosa sono venuto a fare a casa sua: nel buio della notte si staglia davanti ai nostri occhi un enorme trofeo di cervo, illuminato nel suo splendore dalla luce dell'ingresso, e che sbuffa e ruota impaziente a destra e sinistra con il suo palco a 14 punte.
Protetto dalle mura domestiche, mi rendo conto di come sono stato fortunato a vederlo da cosi vicino senza rimanerci, e la paura fa spazio a una riverente ammirazione per tale spettacolo della natura.
Potete trovare qui qualche altro particolare del secondo (cane) e terzo (Superintendent) incontro ravvicinato.
Tirando le somme, e' stata una bella esperienza da raccontare ai miei figli (se mai ne avrò, saran meno di quanti ne ha concepiti Lui in questi giorni), e al bar davanti a una birra, magari esagerando su dimensioni e palchi più di quanto non abbia già fatto ora.
Ma questa storia mi fa riflettere almeno per un motivo: posto che Umani e animali selvatici non sono fatti per convivere, è giusto che questo animale cornuto ed io ci troviamo a vivere e lavorare (bel lavoro, il suo!) nello stesso territorio?
Le mie riflessioni a riguardo nella prossima puntata.
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