I sindaci? Un popolo di parcheggiatori
31 October, 2012
Volete dettare l'agenda politica sulla mobilità e la salute dei cittadini? Inutile fare carriera politica. Diventate gestori di un parcheggio.
Essì, perché dopo il ricorso della Mediolanum Parking che ha fatto sospendere l'Area C a Milano, dimostrando che l'interesse di uno è superiore alla salute di molti, questa volta tocca all'ACI di Torino scagliarsi preventivamente contro il blocco dei veicoli più inquinanti.
Millantando dati sugli sforamenti dei livelli di legge degli agenti inquinanti, solo in suo possesso, il presidente dell'AC Torino, Piergiorgio Re, si è intromesso a gamba tesa nel dibattito sul piano, tra l'altro piuttosto pavido, dell'Assessorato all'ambiente della Città che prevederebbe un'estensione del blocco delle auto diesel Euro 2 dalle 8 alle 19 all'interno della ZTL, il salotto di Torino. Che a dirla tutta, è poco più grande del salotto di casa mia.
Insomma il presidente Re, smentendo studi di professionisti indipendenti, con grande competenza sancisce: l'inquinamento non è colpa delle auto. E non vanno penalizzati i poveri automobilisti!
Lodevole la sua preoccupazione per la categoria. Certo che sapendo che ACI è proprietaria dei 3 principali parcheggi sotterranei, per più di 1260 posti auto, di cui casualmente 2 dentro la ZTL, sorge il dubbio che non voglia difendere nessuna categoria, se non i suoi interessi. Privati.
Allo stesso modo vien da pensare che lo stop dettato dall'Assessore ai trasporti al provvedimento antismog, sia un favore alla GTT, società pubblica (per modo di dire) che gestisce il trasporto cittadino (poco e male) e 20 parcheggi in struttura (di cui solo 3 di interscambio) oltre a tutta la rete del parcheggio su strada (le cosiddette strisce blu). Evidentemente la GTT preferisce, a suon di tagli e disservizi, disincentivare il TPL a vantaggio di una più cospicua e remunerativa gestione della sosta. Difficile pensare che acconsenta di buon grado a perdere una percentuale di buoni clienti per la salute pubblica. Specialmente ora che sta per andare in vendita.
Sia chiaro, chiunque ha diritto a difendere i propri interessi, ma allora in questo caso sarebbe necessario distribuire anche gli oneri, e non solo gli onori.
Non è molto giusto, infatti, che un cittadino che ha coscienziosamente rinunciato ad utilizzare l'auto debba pagare i costi indotti di chi inquina, perchè un terzo incassi.
Esistono delle soluzioni semplici: far pagare, a chi li provoca, i costi indotti dalle proprie scelte. Le auto che inquinano di più pagano di più. Come? Attraverso l'introduzione di un ticket di ingresso in città. In questo modo, non impedendo l'ingresso alle auto, non si danneggerebbe chi del parcheggio fa un business, come l'ACI e la GTT, non si costringerebbero le persone a comprare un'auto nuova e non si scaricherebbero le conseguenze su chi, da questa situazione, ricava solo polmoni incrostati e tanto caos. Si libererebbero addirittura risorse per potenziare il trasporto pubblico a vantaggio di tutti. Geniale no? E pensare che è banalmente la strategia europea sulla mobilità nelle città.
Questo dovrebbe proporre un'amministrazione attenta al benessere dei propri cittadini. Invece siamo governati da un branco di parcheggiatori. Abusivi per giunta.
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