Torino: piano antismog e bugie
01 November, 2012
Oggi, 31 ottobre 2012, il provvedimento antismog del comune di Torino, che imponeva il divieto di circolazione agli euro 3 diesel, si è arenato in Giunta per specifica volontà dell'assessore alla viabilità, Claudio Lubatti, e del vicesindaco Tom Dealessandri.
Contemporaneamente, la (dis)informazione di cronaca imperava sulle pagine de La Stampa.
Da una parte, il presidente dell'ACI pontificava che "il vero responsabile dello smog non è il traffico privato, ma il riscaldamento".
Dall'altra, il "comune cittadino" Gian dell'Erba (in realtà direttore della rivista dell'Automotoclub Storico Italiano) sosteneva che prima di bloccare gli euro 3 si dovessero attuare altri provvedimenti, come controllare il riscaldamento degli stabili e addirittura "pulire le strade".
Ai signori di cui sopra, in evidente conflitto di interessi - l'ACI gestisce 3 parcheggi sotterranei nel centro di Torino, il cui utilizzo sta visibilmente calando, come ha riportato ieri Eco dalle città - rispondo con semplici calcoli.
Il trasporto privato incide per il 65% nel bilancio totale di PM10 a Torino, contro il 20% del riscaldamento privato.
(Fonte: http://www.arpa.umbria.it/resources/documenti/aria/bultrini.pdf)
Un diesel euro 4 inquina la metà (0,020 g/km di pm10) rispetto ad uno euro 3.
Grazie a quel non-votato provvedimento, si sarebbero potuti togliere dalla strada 65mila vetture sulle 400 mila circolanti ogni giorno a Torino.
La domanda sorge spontanea: di che cosa si sta davvero parlando? della salute dell'intera città o dell'interesse di specifiche lobbies e privati?
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