Taxe au sac | Inquini? E allora paghi!
04 November, 2024
Pare che da gennaio 2013 circa 200 comuni del cantone Vaud [quello dove vivo io] adotteranno la taxe au sac, una "tassa al sacco" che punta alla riduzione dei rifiuti diffusa già da diversi decenni nella progressista Svizzera tedesca. All’insegna di un canzonatorio "meglio tardi che mai", Losanna e i comuni limitrofi (ci troviamo nella parte francese della Confederazione) hanno finalmente deciso di dare attuazione al principio del "chi inquina paga" iscritto dal 1983 nella legge federale sulla protezione dell'ambiente. Dal 2013 i popolari sacchetti neri per l’immondizia verranno così sostituiti dai "sacchetti ufficiali regionali" in polietilene, di colore verde e bianco (come i colori della bandiera cantonale "per poterli facilmente distinguere dai sacchi convenzionali e per limitare la frode"), capaci di contenere dai 17 ai 110 litri di rifiuti non differenziabili e venduti al supermercato, in Comune o in posta a un costo che varia da 1 a 6 CHF l’uno.
L’idea alla base della taxe au sac è molto semplice [Italia, prendi nota!]: dovendo pagare un prezzo piuttosto alto per un sacchetto, il cittadino replicas de relojes españaè incentivato a produrre meno rifiuti indifferenziabili così da farlo durare il più a lungo possibile. Come? Imparando a fare la raccolta differenziata con cura e scegliendo prodotti con poco imballaggio.
Benché considerata per lungo tempo un'azione "coercitiva e antisociale" (idea che resiste a Ginevra, che teme il "turismo dei rifiuti" nella vicina Francia), il Vaud ha ceduto all’evidenza dei vantaggi ambientali di un sistema di tassazione di questo tipo, introdotto per la prima volta nel 1975 a San Gallo (cioè nel profondo nord).
Eccellente è l'esempio della città di Zurigo, dove la tassa la si paga dal 1993. Nella più grande città svizzera ogni giorno vengono raccolti circa 30.000 Zuri-Sacks e il 40% di questi rifiuti urbani viene trasformato in elettricità o in calore per approvvigionare quasi 170.000 case. Esiste pure una polizia specializzata che, munita di coltello e naso da segugio, è addetta a smascherare chi ha usato sacchetti illegali: l'indagine si svolge all'interno del sacco incriminato, che il poliziotto squarcia alla ricerca di una prova schiacciante [leggi, una bolletta] che lo faccia arrivare al colpevole. L'ammenda è di 250 CHF; per i recidivi la cifra sale dai 50 ai 100 CHF.
Secondo l'Ufficio federale dell'ambiente, nei comuni dove esiste la "tassa al sacco" la quantità di rifiuti indifferenziabili (e quindi combustibili) è diminuita in media del 30%, a fronte di un aumento del 10% della raccolta differenziata.
[Non dubito che i diligenti svizzeri seguiranno alla lettera le nuove disposizioni. Dal canto mio, aspetto di avere tra le mani i sacchi verdi e bianchi, in vendita dal 10 dicembre. To be continued...]
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