Da ciclista urbano a pedone a Porta Palazzo.
19 September, 2019
Torino 6 agosto 2013
In questi giorni sono un pedone, non posso infatti usare la bicicletta perché ho un braccio al collo.
Abito vicino al mercato di Porta Palazzo e, attraversandolo a piedi tutti i giorni per raggiungere le fermate dei mezzi pubblici per andare e venire dall’ufficio, ho finalmente capito che cosa c’è che non va. orologi automatici di lusso
Qualcosa mi frullava nella testa da tempo, mentre lo attraversavo in bicicletta e qualche volta in auto, perché il mercato è un andirivieni di pedoni con o senza spesa, carretti e carrelli svariati, furgoni che caricano e scaricano, camion che portano frutta e verdura, camion che portano via rifiuti.
Tutto questo andirivieni mi trasmetteva un senso di fatica e di stress, come se il mercato fosse stato mal progettato, ma come progettarlo meglio, quale dovrebbe essere il punto di riferimento intorno al quale il mercato dovrebbe girare, mi chiedevo?
E finalmente ho capito: il riferimento fondamentale dovrebbe essere il pedone, gli altri mezzi dovrebbero essere, se possibile, tenuti alla larga dal mercato e se no rallentati il più possibile.
E invece si fa di tutto per impedirgli il movimento e per privilegiare il movimento degli altri mezzi specialmente del tram n 4, che taglia maestosamente la piazza del mercato con i suoi binari e le sue vetture da 34 metri, incurante del caos che lo circonda, trattenuto a stento dalle barriere verdi che inquinano il paesaggio urbano torinese.
Ma il pedone è come l’acqua, si insinua in tutte le fessure e dilaga con le sue borse di plastica o il suo carrello della spesa attraversa dovunque incurante del pericolo, ignorando le strisce a lui dedicate e il colore dei semafori, sordo allo scampanellare del tram e incespicando nei binari, perdendo pomodori o mele e bestemmiando contro gli automobilisti che pretendono di passare con il verde.
Si affolla sulle strette banchine alle fermate dei tram, quelli che devono scendere impediti da quelli che devono salire e viceversa (giù altre bestemmie in diverse e svariate lingue), d’estate suda, d’inverno il suo ingombro aumenta.
Insomma, sembra che nessuno abbia pensato che per fare la spesa e portarla via dal mercato, dobbiamo muoverci a piedi.
Rivolgo quindi un accorato appello agli architetti che progettano gli spazi urbani: se mai vi sarà concesso di riprogettare questa piazza, dopo tanto denaro speso per l’attuale poco efficiente ristrutturazione, frequentate il mercato, fatevi pedone fra i pedoni, fate la spesa e aggiratevi con le vostre borse, cercate di salire sul tram alle 11 del mattino di un sabato qualunque (o magari di scendere) e, forse, come è successo a me, la vostra mente si aprirà a un nuovo e inaspettato punto di vista.
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