Parliamo di road pricing
13 November, 2013
E’ di oggi la notizia che ci si sta muovendo per il via libera in consiglio comunale al referendum consultivo sul road pricing a Torino.
La questione è spinosa; scarsissima è la conoscenza del tema e del funzionamento di un sistema di questo tipo tra i non “addetti ai lavori”, e se il lessico della ciclabilità si è ormai diffuso, anche grazie ai giornali, il road pricing rimane ancora materia oscura.
Per esempio è impreciso, come scrive Repubblica, che il quesito del referendum reciti: “Volete voi l’accesso a pagamento nell’area cittadina?”; in realtà parla “dell’area cittadina o di parte di essa”.
E’ proprio questa “parte” il nodo della questione: ad oggi non esiste un road pricing che copra un’intera area cittadina: dagli esempi esteri di Stoccolma, Oslo e Londra, fino all’Area C milanese - unico esempio italiano.
L’area è circoscritta al centro cittadino, nel caso di Milano è la ex ZTL, ad esempio.
Questo perché l’idea di un road pricing cittadino o addirittura metropolitano - come propone Lubatti - è semplicemente assurda, perché di fatto non risolve il problema del traffico cittadino: chi utilizza l’auto per fare 400 metri all’interno della città continuerà a farlo.
I pendolari, per contro, vengono ingiustamente “colpevolizzati”, anche se di fatto molti sono costretti a utilizzare l’auto a causa di un trasporto pubblico inefficiente (sempre di oggi la notizia dell’aumento delle tariffe del 13%).
Senza contare che un road pricing di area vasta comporta costi di gestione estremamente alti (installazione di telecamere, pattuglie dei vigili…).
Un’area centrale è invece facilmente raggiungibile in bicicletta, è quella maggiormente servita dai mezzi pubblici, ed è anche facilmente "controllabile".
Nel dibattito sul road pricing, teniamo bene in mente questi aspetti.
commenti
Scrivi un commento