Se il car sharing diventa un boomerang
11 December, 2013
Alla conferenza di presentazione del progetto Greenmove a Milano, a cui ho partecipato, si è insistito molto sul car sharing come vera soluzione della mobilità urbana: il car sharing sposta la vendita di un prodotto come l’automobile alla vendita di un servizio, quello della possibilità di muoversi.
Fin qui tutto bene.
Quello che mi preoccupa, però, è che il car sharing possa diventare un boomerang, ossia non solo che venga utilizzato in maniera impropria dagli utenti (mi affitto la macchina per un giorno, tanto costa solo 29 centesimi all’ora, così sono sicuro di ritrovarla fuori dal negozio quando esco o sotto casa al mattino…), ma anche proposto in maniera impropria dagli amministratori come, appunto, il mezzo che risolve il problema della mobilità urbana, investendo solo e soltanto sul car sharing, come si sta facendo a Milano (dove i servizi sono ben quattro!).
Il car sharing è un mezzo straordinario perché permette all’utente di capire il vero costo di un’auto, e per il fatto di non poterla usare quando si vuole, come avviene invece con l’auto di proprietà, ne dovrebbe - almeno in teoria - scoraggiare l’uso.
Ma cosa succede se, per esempio con una vettura Car2GO, posso parcheggiare liberamente e gratuitamente su strisce blu e gialle, oppure sono autorizzato ad entrare in zone in traffico limitato (si legga area C) o a utilizzare le corsie preferenziali, riservate ai mezzi pubblici?
O ancora, se sotto ogni condominio c'è una postazione di sharing e le tariffe sono sempre più basse e convenienti?
Il car sharing dovrebbe funzionare in un sistema di mobilità integrata, e non come unico sistema di spostamento in ambito urbano.
Il problema infatti non è il possesso di un’auto (certo, dove ci sono numeri importanti, come a Torino, significa inevitabilmente che le persone l’auto continuano ad usarla troppo), il problema piuttosto è eliminare le auto dalle nostre città, le “scatole di latta” che occupano strade, parcheggi e spazio urbano.
Urgono quindi studi approfonditi sulla materia, ancora poco studiata, del car sharing; aiuta davvero a risolvere il traffico urbano? Può ancora funzionare se così onnipresente come (ancora una volta) a Milano? Non rischia forse di fare concorrenza all’utilizzo del mezzo pubblico, allo spostarsi a piedi o in bicicletta?
Il car sharing rischia di diventare un boomerang, o - peggio - una falsa promessa ecologica, anche politico-elettorale.
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