Egr. prof. Monti
22 July, 2012
Ho diversi appunti sui fogli sparpagliati nella cartellina. Sto cercando, come spesso mi accade, l'ispirazione per scrivere qualcosa per il Blog di Eco.
Oggi però ho pensato di rilanciare quanto già pubblicato sul mio sito (www.robertocavallo.it) e destinato al prof. Monti.
Anzi in realtà la lettera l'ho spedita sia a lui che ai colleghi in indirizzo, ma né ho ricevuto risposte, né mi pare che l'argomento sia stato preso in considerazione.
Così ho pensato di lanciare la lettera anche su questo canale affidandomi a voi lettori sensibili!
Egregio Prof. Mario Monti,
egregio commissario Enrico Bondi,
p.c.
egr. sig. Ministro Corrado Clini,
egr. sig. Ministro Corrado Passera,
egr. sig. Vice Ministro Vittorio Grilli (che ne frattempo è diventato Ministro)
mi chiamo Roberto Cavallo, sono stato assessore del Comune di Alba (CN) dal 1997 al 1999.
Da una quindicina di anni mi occupo sostenibilità con particolare riferimento alla gestione integrata dei rifiuti urbani sia a livello nazionale che internazionale.
Mi permetto di contribuire al lavoro sulla razionalizzazione della spesa pubblica inviando questa breve nota.
Nella maggior parte degli oltre 8mila comuni italiani la seconda voce della spesa corrente è destinata alla gestione dei rifiuti urbani.
Tale voce si articola normalmente in 2 voci: la raccolta e trasporto e lo smaltimento.
Laddove le raccolte differenziate non sono particolarmente sviluppate e fanno registrare risultati inferiori al 25% il costo maggiore è per gli smaltimenti.
Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo aumento delle raccolte differenziate specialmente in aree del nord del Paese, ma anche al sud come in provincia di Salerno.
Il dato molto interessante è che tutte le statistiche e i dati in mio possesso dimostrano come laddove le raccolte differenziate sono state implementate con modalità di tipo domiciliare non solo si è assistito ad un progressivo spostamento della spesa pubblica dallo smaltimento alle raccolte e trattamento dei materiali da differenziata, con un conseguente localizzazione dell’economia, ma ad un contenimento dei costi complessivi.
Ciò è dovuto principalmente ad un maggior aumento dei costi di smaltimento (costo dei suoli, costo delle tecnologie di smaltimento, compresi i brevetti spesso stranieri, uso del capitale, costi di ripristino, ecc.) rispetto ad un aumento più contenuto dei costi di gestione delle raccolte (mezzi, personale, ecc.) oltre ad un aumento del valore delle materie prime-seconde.
In questo quadro alla luce delle più recenti indicazioni della Commissione e del Parlamento Europeo mi permetto di attirare la vostra attenzione sulla possibilità di dotare il nostro Paese di una profonda riforma strutturale nella gestione dei rifiuti urbani che, partendo da una uniformazione dei sistemi di prelievo (compresi banalmente i colori dei contenitori) basata principalmente su modalità di tipo domiciliare, possa portare rapidamente a raggiungere gli obiettivi minimi di riciclo, strutturando una rete industriale di recupero di materia.
Stando ai dati medi riportati dalla Regione Veneto, Regione Piemonte e Regione Lombardia, interpolando i costi medi di queste regioni rispetto al resto d’Italia si può portare il sistema Paese nel giro di pochi semestri a spostare la spesa pubblica dallo smaltimento al recupero di materia con un doppio vantaggio: creare occupazione (si stimano 60mila nuovi posti di lavoro) ed essere maggiormente resilienti ai costi esterni.
Il tutto evitando emergenze, danni ambientali e ulteriori sanzioni europee.
Molti esempi italiani ormai dimostrano in modo inequivocabile che tale efficientamento è possibile, tanto che ho avuto l’onore di accompagnare alcuni sindaci italiani ad audizioni pubbliche al Parlamento Europeo o presentando i loro risultati in convegni internazionali .
Certo di non aver abusato del vostro tempo, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
Con stima
commenti
Scrivi un commento