Crisi, Genova si scopre contadina green economy nel solco di Marta
"Portatela qui a vedere come si fa, Michelle Obama": Marta Vincenzi, sindaco di Genova, racconta il suo orto in città. E in autunno un censimento delle aree verdi per convertire in orti urbani tutti i fazzoletti di terra di Genova - da La Repubblica del 03.07.2009
06 August, 2009
Michela Bompani
«Portatela qui a vedere come si fa, Michelle Obama»: il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, scherza all' ombra dei suoi ulivi, nell' aria che sa di terra appena bagnata, alle prime luci del mattino. Ogni giorno, dalle 6 alle 7 e mezza, lavora nell' orto. Un ettaro di terra, scandito da tre fasce, intorno alla sua casa. Se hanno girato il mondo le foto della first lady americana che zappa nell' orticello della Casa Bianca da lei realizzato, Vincenzi è da vent' anni che pratica la "green economy". «La cosa che mi rende più orgogliosa sono i pomodori - spiega scrutando tra le foglie i nuovi nati- perini, sammarzano, ciliegini, aspettiamo agosto, quando ci sarà l' exploit». Mostra soddisfatta una bottiglia di "olio dei Landi", prodotto da lei e dal marito Bruno Marchese, etichetta fatta al computer: dai 20 ai 40 litri all' anno. «La raccolta delle olive la facciamo noi, poi portiamo tutto al frantoio, questo è il risultato». C' è anche il vino "dei Landi", dal nome degli antichi proprietari dei terreni della zona, sulla costa di Rivarolo: 70% Bianchetta, 20% Bosco e 10% Vermentino: «Va bevuto freddo con la focaccia - consiglia - ma non siamo ancora bravi, con il vino». Se un satellite avesse passato gli ultimi sei mesi a "guardare" dall' alto Genova, avrebbe scoperto che piccoli tasselli di grigio hanno caparbiamente cambiato colore, diventando verdi. Non giardini: orti. In città, c' è chi decide di trasformare parte del terrazzo in orto, e organizza filari di pomodori e custi di rosmarino. C' è chi caparbiamente trasforma cortili e spazi esterni sul fianco della collina in campi di basilico e cipolle. Dal centro storico a Marassi, da Certosa a Principe. E Marta Vincenzi conferma: «Da un censimento del Gal, abbiamo appena scoperto che Genova è il comune più agricolo della Liguria», annuncia la sindaco. Oltre ai bandi, già pubblicati, per l' assegnazione degli orti urbani, uno dei primi compiti del nuovo assessore Pinuccia Montanari, aggiunge la Vincenzi, sarà proprio un censimento delle aree verdi in città, cercando di convertire in orti tutti i fazzoletti di terra di Genova: «La linea verde che comparirà nel piano regolatore il prossimo anno non sarà solo un margine statico di stop al cemento, ma un incentivo ad investire sul territorio, facendolo produrre». Cosa è scattato, nei genovesi, popolo di mare? «Si tratta di una tendenza che invece riannoda antiche radici - prova a diagnosticare la Vincenzi - vogliamo ristabilire il contatto con la terra, abbiamo l' esigenza della "filiera corta". Non è tanto come o quanto le persone cerchino questo, ma è la stessa voglia di un nuovo approccio alle cose dei cittadini, che mi fa essere fiduciosa nel futuro. La "green economy" comincia da qui, dal vasetto di basilico sul davanzale. Poi c' è il fattore economico, al netto della fatica e di qualche investimento: l' orto fa risparmiare. Anche soltanto facendo crescere i sapori e qualche pomodoro su un terrazzo: sono euro in meno che se ne vanno». Marta Vincenzi è una convinta bio-farmer: «Con mio marito abbiamo discusso a lungo, poi abbiamo deciso: usiamo solo il verderame. Nient' altro. È la stessa natura che offre rimedi contro insetti che danneggiano le colture: ad esempio coltivo cavoli e rose, vicini. Le rose rischiano di riempirsi di afidi, con i cavoli accanto, questo non accade più». Il sindaco ha una piccola serra, dove si gode i primi raggi del sole la gatta di casa: «Qui facciamo germogliare, niente "bustine" di semi». Albicocco, pesco, melo, pero, ciliegio, che corrispondono a decine di vasetti di marmellata, in ogni stagione, c' è anche una giuggiola appena piantata. E in autunno, arriverà un melograno. Ci sono cataste di legna, sotto i tronchi nodosi degli ulivi, sono i rami secchi che serviranno per la stufa, il prossimo inverno. Le cipolle e il sedano, le melanzane, i peperoni, adesso trionfano i fagiolini: «Produciamo per autoconsumo, quello che avanza lo distribuiamo in giro», spiega il raccolto la Vincenzi. Quando viaggia, il sindaco, raccoglie sempre nei luoghi una manciata di terra, che poi "libera" nel suo giardino. E così, non si sa come, tra le piantine di fragole sono appena nate tre stelle alpine.