Termovalorizzatore: dove fare il secondo impianto?
Ormai sembra tutto deciso tranne una cosa: dove collocare il secondo termovalorizzatore milanese. La Provincia: no nel nel Parco Sud. Per Legambiente Lombardia: inutile un nuovo termovalorizzatore in Lombardia
31 August, 2009
Non nel mio cortile. La sindrome nimby sembra essere ormai il problema più grande per le istituzioni lombarde decise a stipulare un patto comune per la realizzazione del secondo impianto di incenerimento dei rifiuti a Milano.
A settembre avrà luogo un vertice dove il problema principale sembra essere quello della collocazione di una struttura che, almeno stando ai consensi elettorali, tutti desiderano ma nessuno se la vuole prendere vicino a casa propria. Palazzo Marino pensa ai confini con Opera. La Provincia di Milano preferirebbe fuori dal Parco Sud.
Intanto arriva anche la posizione di Legambiente Lombardia. Costruire un nuovo grande inceneritore nel Parco Agricolo Sud Milano è un atto di pura speculazione. Lo dice Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, che ribadisce che un secondo termovalorizzatore a Milano non risponde ad esigenze reali perché la Lombardia è la regione più dotata di questi impianti. La posizione dell’associazione ambientalista e le argomentazioni sull’inutilità di un nuovo termovalorizzatore sono anticipate dal presidente regionale ma saranno contenute nel Piano d’Azione sui rifiuti che l’associazione sta preparando.
La Lombardia, spiegano a Legambiente, è già oggi la regione italiana più dotata di inceneritori: ormai solo il 10% dei rifiuti dei lombardi finisce in discarica (media nazionale: 55%), mentre il resto viene raccolto in modo differenziato (il 44,5% dei rifiuti lombardi, media nazionale al 27,5%) e avviato a incenerimento (il 40% dei rifiuti, mentre la media nazionale dei rifiuti inceneriti è il 12,2%). Quel 10% di quota residua ancora oggi avviata a discarica è proprio quella da eliminare attraverso miglioramenti della raccolta differenziata nelle province e città più arretrate (Pavia, Brescia e il capoluogo milanese) e con uno sforzo da parte di tutti - dal sistema produttivo-distributivo ai consumatori – per la riduzione complessiva della produzione di rifiuti. Gli obiettivi a cui fa riferimento Legambiente non sono sogni ambientalisti, ma gli obblighi perentori imposti dalla nostra legislazione nazionale (raccolta differenziata da portare al 65% entro il 2012) e dalle direttive comunitarie che impongono agli Stati Membri di aumentare il riciclaggio di materiali e attivare strategie nazionali di riduzione alla fonte della produzione dei rifiuti, anche per ridurre le emissioni di CO2 connesse alla loro gestione.
Leggi il comunicato stampa di legambiente Lombardia
Rifiuti, via al nuovo inceneritore- da La Repubblica del 28.08.09