A Capri scontro sulla centrale elettrica
La Sippic, gestore unico di energia elettrica dell’isola, annuncia investimenti ingenti in energia “verde”, gli isolani però scendono in piazza. Pubblichiamo due articoli, da Il Corriere del Mezzogiorno e Repubblica – Napoli, per fare il punto della situazione
30 October, 2009
Repubblica – Napoli
Capri, scontro sulla centrale elettrica
La Sippic: rinnoveremo la struttura. Scatta la protesta: oggi un sit-in. Il sindaco Lembo: in Consiglio chiederò al ministero la revoca della concessione
STELLA CERVASIO
Una conferenza stampa in chiave di annuncio. I vertici della Sippic, l´azienda che difende il suo primato nel mondo economico di gestore unico distributore di energia elettrica per l´isola di Capri, schierati a un tavolo nella sala Cenzato dell´Unione industriali, intitolata all´ingegnere di Lonigo, uno dei pionieri dell´energia elettrica nel Sud tra le due guerre. Una conferenza stampa all´insegna della tensione. Un annuncio di riconversione per ovviare ai guasti, che arriva dopo l´ultimo di tre black out che hanno spento la luce sull´isola azzurra il 27 agosto 2008, il 13 agosto di quest´anno e martedì scorso, ancora per due ore di buio totale e autentico, senza l´ora legale.
«La Sippic investe e rinnova la centrale elettrica», dicono i rappresentanti della famiglia De Nardo e l´ingegner Aldo Licata, autore del progetto di riconversione e general manager della Sippic. Ma intanto per oggi è annunciata una manifestazione contro la centrale antiquata, contro l´inquinamento ambientale e acustico che produce. E nel corso del Consiglio comunale convocato per il 6 novembre, il sindaco di Capri Ciro Lembo chiederà al ministero per lo Sviluppo economico e al prefetto di Napoli la revoca alla società della concessione e il commissariamento della spa che gestisce gli impianti di Marina Grande. Il progetto, avverte però la Sippic, è pronto. Non si può parlare ancora di tempi, ma l´era della riconversione per una centrale definita “medioevale” per il fragore, le emissioni e i botti recentemente ascoltati, che hanno depresso gli abitanti dei dintorni, è cominciata.
«Stiamo cercando di rendere più efficiente la rete di distribuzione – ha esordito Licata – dal punto di vista tecnologico il vantaggio più importante sarà la riduzione delle emissioni di sostanze in atmosfera che saranno abbattute quasi totalmente e anche il rumore». La popolazione caprese protesta? «Non capiamo queste lamentele. Un guasto da sovraccarico può verificarsi ovunque, e siamo stati anche rapidi a rimediare. Quanto all´inquinamento, nel piano edilizio originario intorno alla centrale non erano previste abitazioni. E poi comunque il combustibile che abbiamo sempre usato è il più costoso e meno inquinante». Un progetto da 15 mila euro, quello presentato ieri dal fornitore di energia elettrica caprese, che prevede una parte di investimento da parte della spa, e ipotizza una quota pubblica e una di fondi europei, pronto per essere presentato nelle sedi dovute per ottenere le autorizzazioni. E che intende utilizzare al posto dei combustibili fossili, le energie rinnovabili: vista la specificità dell´isola, l´impiego di olio vegetale (girasole, jatropha, soia o colza), «che esistono già in altre regioni italiane e consentono una minore perdita di energia, un forte handicap della situazione attuale».
Non più di ventiquattro mesi, due anni, dichiara Licata, a partire dall´avvenuta concessione dei permessi per adeguare la centrale con le energie rinnovabili e un´efficienza che dal 38 per cento attuale salirebbe all´86 per cento, promettendo un conseguente aumento dell´energia prodotta. Ma per il placet definitivo quanto tempo viene preventivato? «Anche per una concessione edilizia si può attendere fino a dieci anni», rispondono dalla Sippic. Legambiente ha intanto diffuso un manifesto-lettera al sindaco Lembo in cui si parla di inquinamento da ciminiere e da perdite di gasolio nel sottosuolo e si fa appello alla Protezione civile, chiedendo che, “per la pubblica e privata incolumità si proceda come per le discariche in mano a privati, che furono requisite e gestite da Enti pubblici”. Il sindaco ha dato ascolto agli ambientalisti: in attesa della realizzazione del progetto Terna, che attraverso il cavidotto sottomarino consentirà il collegamento alla rete elettrica nazionale, ha chiesto nuove indagini tecniche e scientifiche alla Protezione civile, paventando il rischio di “disastro annunciato”.
Corriere del Mezzogiorno
Capri Il patron De Nardo: produrremo elettricità con olio di girasole. Annunciati investimenti per 15 milioni
La Sippic promette energia «verde». Nel pomeriggio, però, gli isolani scenderanno in piazza per mandarla via
Carlo Franco
«Io sono il passato, lascio spazio ai giovani». Cioè alla figlia Brunella e al genero Aldo Li¬cata, un siciliano della provincia di Trapani incontrato per «fatal com¬binazione » a bordo di un aereo. Et¬tore De Nardo, il potente patron della Sippic, l’azienda privata che da 106 anni dà luce a Capri (e qual¬che volta non la dà) ha annunciato ieri mattina nel salone dellì’Unione degli Industriali, una svolta epoca¬le nell’assetto della chiacchieratissi¬ma azienda. Lo ha fatto - evidente¬mente per un’altra ‘‘fatal combina¬zione’’ - alla vigilia di una clamo¬rosa manifestazione di protesta: i capresi del borgo di Marina Gran¬de, dove ha sede la centrale elet¬trica, oggi pomeriggio alle 16 ac¬coglieranno i leader opolitici che sbarcheranno null’isola per partecipare al convegno dei Gio¬vani di Confindustria e chiede¬ranno loro di mandare via la Sip¬pic. Sui balconi saranno esposti slogan di protesta e all’arrivo dei big verrà improvvisata una marcia di contestazione.
Al centro del durissimo attacco popolare l’accusa di inquinamento e un’ennesima dichiarazione di guerra al potente gestore dell’azien¬da. Ettore De Nardo, però, non si preoccupa e porge l’altra guancia annunciando, attraverso il genero Aldo Licata, che sarà il nuovo ma¬nager dell’azienda mentre lui sarà l’amministratore unico, una rivolu¬zione copernicana: l’elettricità non verrà più prodotta con sostanze fossili inquinanti - il gasolio - ma con oli vegetali tratti dalla soia, dal girasole e dalla colza. Inoffensivi. «Attueremo un grande progetto ‘‘verde’’ e grazie a noi Capri sarà più bella e vivibile», dice Licata, ma l’annuncio si ferma ad un’ipote¬si di investimento di circa 15 milio¬ni: «Il 30% — dice — lo metteremo noi, per il resto utilizzeremo fondi europei e cercheremo aiuto dalla Regione». E’ tutto nel vago, però, perché manca un cronoprogram¬ma e non sono arrivate le autorizza¬zioni di legge. Siamo, insomma, ad una sorta di manifestazione d’inte¬resse che induce una parte dei ca¬presi ad affermare che l’iniziativa sia stata presa per parare il colpo della protesta. «Posso solo dire — conclude — che dal momento in cui tutto l’iter burocratico e finan¬ziario sarà definito, serviranno due mesi per costruire la nuova centra¬le » .
Un bel guazzabuglio e nervi a fior di pelle. Ettore De Nardo s’inal¬bera quando gli chiedono perché i capresi non lo abbiano mai amato: «Non è vero, la Sippic deve fornire elettricità e lo fa con grande profes¬sionalità da 106 anni, garantendo occupazione all’8% della popolazio¬ne isolana». Un suo collaboratore aggiunge: «Dovete spiegarmi co¬me mai due ore di buio a Capri sca¬tenano il finimondo e due mesi e mezzo di buio ad Ischia passano sotto silenzio». Non sappiamo da¬re una risposta, ma che sia di due ore e di due mesi il black out è una cosa grave, non «un piccolo disser¬vizio » come è stato definito ieri mattina. Anche se comprendiamo le difficolta nelle quali la Sippic la¬vora a causa della colata di cemen¬to sull’isola azzurra. «A Capri — de¬nuncia ancora la Sippic — non è possibile installare moduli fotovol¬taici perché per un solo Ki¬lowatt/ ore occorrono 10 metri qua¬drati. A noi servirebbero ettari di suolo; dove li troviamo visto che è stato costruito quasi a ridosso del¬la centrale?». Si gioca una partita aspra, insomma, e Ettore De Nardo s’inalbera ancora di più sulla storia dei bodyguard che lo proteggereb¬bero. «Non è assolutamente vero, forse qualcuno mi avrà visto a Ca¬pri in compagnia di miei corpulen¬ti parenti. Eccone uno» e indica un signore di taglia extralarge che si li¬mita a sorridere.
Soffermiamoci ora sulle caratte¬ristiche fondamentali del progetto ‘‘verde’’ ipotizzato dalla Sippic. La nuova produzione garantirà 70 mi¬lioni di kw «puliti» ogni anno e una eguale quantità di energia ter¬mica che potrà essere utilizzata da¬gli alberghi per il teleriscaldamen¬to. Il risultato più apprezzabile sa¬rà, comunque, la riduzione fortissi¬ma (58%) delle polveri, cioè della principale fonte di inquinamento.
Ultimo capitolo, i rapporti Sip¬pic- Enel. «Se arriverà il cavo di Ter¬na e sarà possibile allacciarci al¬l’azienda di Stato ne saremo lieti perché potremo incassare i rimbor¬si, ma per ora è solo una ipotesi non verificata». In conclusione: la Sippic dorme sonni tranquilli - il suo «partito» è il più potente e tra¬sversale dell’isola e ha sempre ga¬rantito elezioni eccellenti - e non teme un brusco risveglio a causa della protesta di oggi pomeriggio.