Legambiente: «Sì al parcheggio, purché liberi il Tridente dalle auto»
Lorenzo Parlati, presidente della sezione laziale dell’associazione ambientalista, bolla come «ideologico» il dibattito sul parcheggio al Pincio: «La vera questione è se servirà davvero a pedonalizzare quell’area del centro storico»
09 September, 2008
«Un dibattito troppo ideologico e poco utile per la città». Con questo giudizio, Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, liquida la disputa tra favorevoli e contrari al parcheggio da oltre 700 posti auto che dovrebbe essere realizzato all’interno del Pincio. «La vera questione a cui bisogna rispondere – ha dichiarato l’ambientalista ad Eco dalle Città – è se l’impianto può davvero rispondere allo scopo per cui è stato progettato, e cioè la liberazione del Tridente dalle automobili». Un obiettivo che sta a cuore a Legambiente e che consentirebbe di riqualificare «un’area del centro storico importante tanto quanto il Pincio».
Il parcheggio, s’ha da fare, dunque, purché la sua realizzazione rispetti una serie di condizioni. «Prima di tutto – avverte Parlati – non ha senso destinare dei posti alla sosta a rotazione. Se l’intervento deve servire a pedonalizzare definitivamente il Tridente, tutti i parcheggi devono essere lasciati ai residenti della zona». Anche sulle modalità di accesso all’area parking, Legambiente ha le idee chiare: «Per salvaguardare il colle e la Terrazza, l’ingresso delle auto dovrebbe avvenire dal Muro Torto e dai sottopassaggi, e non dalla rampa». Rimangono, infine, le questioni dei condotti di aerazione e dei reperti archeologici. «Anche se il piazzale è sistemato a ghiaia e non ha quindi un particolare valore artistico, non è pensabile l’inserimento di griglie di aerazione. Sono i tecnici a dover trovare delle soluzioni alternative, su questo come sui reperti archeologici: se è possibile “musealizzare” le stazioni della metropolitana, non vedo perché non si possa fare lo stesso con un parcheggio sotterraneo».
Parlati valuta l’alternativa ipotizzata da Alemanno (l’ampliamento del parcheggio al Galoppatoio di Villa Borghese) con un certo scetticismo: «Un eventuale “piano b” non deve essere congegnato per salvare il Comune dall’illecito amministrativo. La soluzione del Galoppatoio ha senso solo se consente di raggiungere l’obiettivo originario». E cioè la liberazione dalle auto di via di Ripetta, via del Corso e via del Babuino. «Se non si garantisce questo risultato, non ha senso discutere di nuovi parcheggi in centro, né al Pincio né altrove».