Legambiente: Piemonte, obiettivi troppo timidi
Nell’ambito della premiazione dei Comuni Ricicloni Piemontesi la Regione Piemonte ha presentato la bozza del nuovo Piano Regionale Rifiuti. “Il piano nasce vecchio” afferma Bertolino, responsabile settore rifiuti di Legambiente. “A livello nazionale non c’è un indirizzo” risponde l’assessore De Ruggiero. Presentate anche le linee guida per la revisione del Piano Provinciale Gestione Rifiuti
18 November, 2009
Doveva essere la giornata dei ricicloni piemontesi, è stata la giornata dei progetti di revisione dei piani rifiuti di Provincia e Comune di Torino
Ha dato il la alla giornata l’assessore provinciale Roberto Ronco, esplicitando quelle che saranno le linee guida per la revisione del PPGR, previsto per l’estate 2010. “Tre saranno gli assi portanti della revisione dell’attuale PPGR: da un lato dovremo sottostare agli ambiziosissimi obiettivi regionali, che fissano a quota 65% l’asticella della percentuale di raccolta differenziata. Dovremo capire come fare convivere all’interno della stessa normativa due realtà estremamente differenti come quella metropolitana di Torino e quella della provincia, decisamente più diffusa”. Gli altri capisaldi saranno la questione impiantistica “da rivalutare numeri alla mano” ha dichiarato Ronco, con particolare attenzione all’organico e quella tariffaria. “Quello delle tariffe è un arcobaleno disomogeneo. Cercheremo di andare verso forme condivise che ci permettano di essere più trasparenti ed equi nei confronti dei cittadini”.
Ma è stata la bozza di revisione del piano regionale ad animare la giornata. 65% di Raccolta differenziata e riduzione della produzione rifiuti fino a quota 200 Kg/abitante/anno (ad oggi siamo a 208). “Gli obiettivi fissati dalla regione – ha dichiarato Michele Bertolino, responsabile del settore rifiuti di Legambiente Piemonte – sono troppo timidi: per quel che riguarda la riduzione possiamo decisamente puntare a scendere sotto quota 200, mentre per quel che riguarda la differenziata, ricordiamo che la legge comunitaria ormai ha cambiato registro parlando di percentuali di recupero di materia e fissando l’obiettivo a 50%. Ovvero la metà dei rifiuti conferiti dovrà essere avviata a recupero, con l’esclusione del recupero energetico. Alle condizioni attuali, se si raggiungesse il 65% di RD solo il 40% del conferito andrebbe riciclato”.
La timidezza degli obiettivi è stata riconosciuta dall’assessore regionale Nicola De Ruggiero: “E’ una cautela forzata. Non siamo supportati dal livello nazionale: non c’è tensione verso obiettivi “verdi”, anzi si respira aria di continua proroga , come è evidente dal caso dei sacchetti di plastica”.
Le conclusione sono state di Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente. “Pur con la sua “timidezza” la bozza di piano regionale è una buona base di partenza. Ci confronteremo sui numeri, come nostra abitudine e vigileremo” il suo commento. Ma non ha lesinato i complimenti alla Regione Piemonte: “La riduzione della produzione dei rifiuti è senza dubbio causata anche dalla crisi. Ma in Regione esiste un trend, iniziato prima della crisi, già nel 2006. D’altra parte il Piemonte insieme a poche altre regioni in Italia ha dimostrato una certa vivacità sulla gestione dei rifiuti. Il trend c’è ed è figlio della progettazione e dell’azione sull’area regionale. Ma non bisogna essere timidi, bisogna approfittarne. È evidente come questo Paese non abbia un gruppo dirigente in grado di dare risposte in campo ambientale, ma è necessario proseguire sulla strada tracciata, anzi accelerare.
Dobbiamo fare in Piemonte ciò che non si è fatto in Lombardia. Una regione che a metà degli anni 90 era all’avanguardia sulla gestione dei rifiuti ed oggi, a causa di scelte degli enti locali che hanno puntato tutto sull’impiantistica pesante bloccando tutto il processo iniziato, non lo è più”.