Con Legambiente, ridurre (i rifiuti) si può
In vista del rinnovo del contratto di servizio tra Comune di Roma e Ama, l'associazione ambientalista lancia una serie di richieste nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Ridurre si può"
30 November, 2009
Attivare il servizio di raccolta differenziata “porta a porta” per 1,2 milioni di cittadini entro il 2010 e per 2 milioni entro il 2011, per arrivare subito al 45% di riciclaggio e continuare su questa strada; prevedere norme anti volantini e puntare su riduzione acqua imbottigliata, con l’obiettivo del 10% di riduzione dell’immondizia entro il 2015. Sono queste le richieste che Legambiente rilancia in vista del rinnovo del Contratto di Servizio tra Comune di Roma ed Ama, presentate nell’ambito delle iniziative di “Ridurre si può”, la campagna di Legambiente di informazione e sensibilizzazione sugli innumerevoli sprechi che potremmo evitare nella produzione dei beni e negli acquisti, che rientra all’interno della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.
Obiettivi da raggiungere a partire dal Municipio III, dove in questi mesi il Circolo Legambiente “Le Perseidi” ha raccolto centinaia di firme su una petizione che chiede il “porta a porta” già entro il 2009 in tutto il territorio municipale, concordando le modalità di attivazione del servizio attraverso assemblee pubbliche ed informando periodicamente i cittadini sull’andamento qualitativo e quantitativo della raccolta. Diverse le proposte emerse nel corso del convegno “Meno Rifiuti e Più Riciclo” orga nizzato presso l’Università La Sapienza, a cui hanno partecipato Michele Civita, assessore all’Ambiente Provincia di Roma; Dino Pesce, presidente Circolo Legambiente di San Lorenzo; Dario Marcucci, presidente III Municipio; Giovanni Ragone, vice-preside Facoltà di Scienze Umanistiche Università La Sapienza, rappresentanti dell’Associazione "Comitato per il Decoro Urbano del III municipio.
“Anche nella Capitale è ormai chiarissimo che la raccolta porta a porta è la chiave per risolvere i problemi nella gestione dei rifiuti, l’Amministrazione deve allora fissare nel contratto di servizio con AMA obiettivi più avanzati per far passare tutta la città a questo innovativo sistema che permette di riciclare i materiali e ridurre l’uso di discariche e inceneritori -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. E’ il momento di dare risposte ai cittadini, che sono molto insoddisfatti, come testimoniano le analisi diffuse nei giorni scorsi dell’Agenzia per i Servizi pubblici, che parlano di un voto pari a circa quattro per la pulizia e a cinque per la raccolta rifiuti. Ci preoccupano, allora, le affermazioni circa un famigerato “modello Monaco” che rischia di mettere il porta a porta nel caos, così come non condividiamo affatto la proposta dell’impianto israeliano che rischia di eliminare da Roma la raccolta differenziata, mentre riteniamo che anche sulla discarica è preoccupante che si vada verso l’ennesima proroga di Malagrotta mentre non si valutano le soluzioni alternative nel territorio comunale e si percorrono ipotesi assurde fuori città, come ad Allumiere, e si fanno voli pindarici su un ulteriore inutile inceneritore. Solo puntando sulla raccolta differenziata porta a porta, Roma può vincere la sfida per una moderna gestione dei rifiuti, centrando a breve almeno l’obiettivo del 45% di riciclaggio”.
I numeri della differenziata sono in continua ma lenta crescita, visto che sono passati dal 16,8% del 2007 al 19,5% del 2008, molto al di sotto dell'obiettivo regionale del 27%, mentre le previsioni parlano del 24% tra due anni, con il 75% dei rifiuti che va in discarica, e con una tariffa rifiuti più cara che a Milano. La crescita della raccolta differenziata deve però accompagnarsi alla riduzione della produzione dei rifiuti, il primo obiettivo da perseguire per una gestione sostenibile degli stessi. E Roma, in questo sens o, ha molta strada da fare, visto che dal 1998 al 2007 la raccolta differenziata è aumentata di 238.000 tonnellate[1], ma nel frattempo i rifiuti sono aumentati di 360.000 tonnellate[2].
Proprio a dimostrazione di quanto i cittadini possano fare sul fronte della riduzione dei rifiuti, oggi, sempre a Roma, due giovani sposi vestiti di plastica bio hanno aiutato i clienti a fare una spesa all’insegna della sostenibilità al supermercato Coop Laurentino, dimostrando come sia possibile prestare maggiore attenzione alla quantità di packaging superfluo che acquistiamo, scegliendo invece prodotti sfusi e alla spina< span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;">. Inoltre, al posto dell’uso delle buste di plastica, come borse della spesa, hanno proposto le borse in tessuto e i sacchetti biodegradabili.
“La strada maestra per risolvere alla radice il problema dei rifiuti è puntare sulla prevenzione e sulla riduzione della loro stessa produzione, smettendo di dare per scontata la continua crescita dei quantitativi di immondizia –ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, presente all’iniziativa-. A Roma, in questo senso, proponiamo di partire attuando le norme anti volantini già esistenti con un’ordinanza e puntando sulla riduzione dell’uso di acqua imbottigliata, con l’obiettivo del 10% di immondizia in meno entro il 2015, da estendere a tutto il Lazio. Nel Lazio si stanno sviluppando buone pratiche in questo senso, promosse dall’Amministrazione Regionale, come la vendita di prodotti sfusi e alla spina, ad esempio detersivi e latte, e l’uso di acqua in brocca piuttosto che minerale, mentre anche gli acquisti verdi fanno passi avanti grazie al lavoro della Provincia di Roma, fortemente impegnata anche per il passaggio alla differenziata porta a porta. Per ottenere risultati importanti è necessario unire le forze, non solo istituzioni e cittadini, ma anche imprese, grande e piccola distribuzione e mondo del commercio.”
La campagna “Ridurre si può” è realizzata con la collaborazione di Coop, Novamont e Virosac, con la collaborazione tecnica di La borsa verde, media partner La Nuova Ecologia.