Bari: Inquinamento, polveri da record. "Quei veleni ad altezza di bambino"
Con i tecnici dell´Arpa alla scoperta dello smog. L´alta pressione e l´assenza di vento contribuiscono a far innalzare i valori delle polveri nell´aria. Il rilevatore è poggiato sul sellino di una bicicletta. Il giro in città è stato fatto in una giornata di sole di fine novembre. L'assessore Antonio Decaro: "Niente allarmismi ma non sottovalutiamo, più strade solo per i pedoni nel Murattiano" - da La Repubblica del 10.12.2009
10 December, 2009
Tra la scuola elementare Mazzini, il cantiere di piazza Cesare Battisti e corso Italia: in questo triangolo il tasso di polveri sottili è oltre il doppio al di sopra del livello massimo consentito. Cronaca di un viaggio all´interno della città con un rilevatore dell´inquinamento dell´Arpa, appoggiato sul sellino di una bicicletta. Ad altezza di bambino. Davanti al Comune, al tribunale, al Policlinico, alla scuola elementare Balilla, più della metà dei siti risultano oltre la soglia di allarme. «Alla luce di questi risultati abbiamo cominciato a monitorare con costanza la qualità dell´aria che i bambini di Bari respirano all´entrata e all´uscita da scuola», dice il direttore dell´Arpa, Giorgio Assennato.
L´inquinamento non fa rumore. Tre minuti dopo le otto, in via Suppa ci sono solo le voci dei bambini richiamati dalla campanella della scuola elementare Mazzini. Il cantiere di piazza Cesare Battisti è ancora in silenzio, i lavori sono in corso ma sembrano invisibili. La strada è chiusa al traffico, un vigile lascia passare da corso Italia solo le bici e i motorini (più di trenta in meno di dieci minuti) che accompagnano i bimbi a scuola. Il viaggio lungo le rotte dello smog a Bari è appena iniziato, e ancora non sappiamo che in questi trecento metri è chiuso il tasso di polveri sottili più alto sul nostro cammino: oltre il doppio al di sopra del livello massimo consentito.
Alle 8 e 43 minuti, il rilevatore dell´Arpa che ci accompagna nel giro in bicicletta dà il responso: il pm 10 raggiunge i 110 microgrammi per metro cubo e supera del 120 per cento il tetto di 50 fissato dalla legge, la concentrazione di pm 2,5 è schizzata a 70, contro i 25 indicati dall´organizzazione mondiale della sanità come limite massimo giornaliero.
Il rilevatore è poggiato sul sellino di una bici, la stessa altezza dei visi dei bambini che sono appena entrati in classe. «La rilevazione, però, riguarda solo 15 minuti per ciascuno dei due valori esaminati» spiega Lorenzo Angiuli, il funzionario dell´Agenzia regionale per la protezione ambientale che in una giornata di fine novembre ci accompagna nell´esperimento lungo le strade di Bari. «La legge si riferisce invece alle medie rilevate nel corso di 24 ore, o di un anno: il confronto fra i dati deve tenerne conto». Qualcuno si avvicina allo strumento, un analizzatore Haz Dust Epam 5000 progettato per essere trasportato e usato in situazioni di emergenza: incendi, fughe di gas e, solo per un giorno, anche il traffico cittadino. Nessuno chiede i risultati, ma tutti annuiscono come se li conoscessero già.
Le nuvole sono scomparse e il sole è già alto quando risaliamo in bicicletta verso la prossima tappa: il Comune, al quale seguiranno il tribunale, l´interno del Policlinico, l´incrocio dello Sheraton, il mercato di Japigia e infine un´altra scuola elementare, la Balilla, per chiudere la mattinata con l´uscita da scuola dei bambini. Più della metà saranno oltre la soglia di allarme. Le condizioni meteo, riflette Angiuli, sono favorevoli al ristagno delle polveri sottili: vento quasi assente e alta pressione sono due ingredienti determinanti per l´inquinamento urbano.
«Dall´11 al 27 novembre su Bari si è creato un campo di alta pressione, determinato da una cellula anticiclonica che interessava il bacino del Mediterraneo e in particolare la nostra regione» spiega il meteorologo Vitantonio Laricchia, consulente scientifico dell´Arpa e della Prefettura. «Mercoledì 25 (il giorno del monitoraggio), la pressione è stata intorno ai 1023 millibar ed il vento da nord ovest non superava i cinque nodi, restando al livello di brezza: due condizioni che determinano l´assenza di circolazione dell´aria e il ristagno delle polveri sottili a bassa quota» registra l´esperto scorrendo i dati.
Fra il Comune e il palazzo della Prefettura, alle 9,30 il traffico è fluido, ci sono molti autobus e poche macchine. Il rilevatore passa dalla bicicletta alla cassetta delle Poste, ad un´altezza di circa due metri. Anche qui il livello medio sale molto al di sopra del limite: il pm 10 è a 77, il pm 2,5 a 61 microgrammi per metro cubo. Per veder scendere il particolato inquinante con un diametro inferiore ai 10 micron al di sotto di 50, il limite di legge giornaliero in Italia (la media annuale, invece, è fissata a 40), dovremo aspettare di entrare nel tribunale, restando a qualche metro da via Crispi: basta allontanarsi dalle code di auto per veder scendere il livello a 47 microgrammi.
Il pm 2,5, la polvere fine più pericolosa per la salute, nel nostro monitoraggio resta sempre al di sopra della soglia di 25 indicata dall´Oms, e che in base a una direttiva dell´Unione europea nei prossimi mesi dovrebbe essere regolamentato anche dalla legge italiana. L´unica eccezione è il Policlinico, in cui troveremo valori bassissimi rispetto al resto della città: 12 per il pm 10, 18 per il pm 2,5, un valore alzato dal passaggio in serie di due ambulanze e un mezzo per disabili.
A mezzogiorno alle spalle dell´hotel Sheraton, su via Camillo Rosalba, i dati registrano che l´aria è nuovamente a rischio, e lo stesso rileva la centralina mobile tra le bancarelle del mercato di Japigia. Respirano meglio ai bambini che alle 13,20 lasciano i banchi della scuola Balilla: il pm 10 resta di poco sotto il limite di legge, il pm 2,5 supera i 26 microgrammi per metro cubo. Ma mentre lo strumento stava elaborando i dati, un Suv ha riscaldato il motore ed è ripartito a pochi centimetri dall´analizzatore.
Assennato vuole controlli continui:"Davanti alle scuole cura particolare"
«Il controllo dell´aria ci impegna quotidianamente: ora faremo tutto quello che un´agenzia regionale deve fare a tutela dell´ambiente e soprattutto della salute». Dopo il monitoraggio per le strade di Bari con una centralina mobile per la rilevazione delle polveri sottili, il direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato ha chiesto nuovi rilievi tra la scuola Mazzini e la facoltà di Giurisprudenza.
Professore, il dato rilevato davanti all´ingresso della scuola di via Suppa ci deve allarmare?
«Se il valore si replicasse, sì. Noi stiamo continuando ad effettuare monitoraggi estemporanei, e finora nessuna rilevazione ha dato livelli così alti come quelli riscontrati lo scorso 25 novembre. Il 30 novembre abbiamo registrato nel primo pomeriggio una concentrazione dimezzata rispetto a quella di cinque giorni prima, nelle mattinate successive i valori sono rientrati nella norma. Il meteo, del resto, non è più favorevole al ristagno come in quei giorni: la pioggia e il vento ci lasciano pensare che non dobbiamo aspettarci dati così allarmanti. Ma essendo una scuola siamo particolarmente attenti».
Oltre alle condizioni climatiche, quali possono essere le cause di un valore di pm 10 e pm 2,5 così alto come quello rilevato alla Mazzini?
«La strada è stretta e chiusa da palazzi alti: in queste condizioni si verifica il cosiddetto "effetto canyon", che non permette il ricambio dell´aria. La circolazione delle auto era vietata durante il monitoraggio, e non possiamo escludere che la presenza del cantiere di piazza Cesare Battisti abbia contribuito all´innalzamento di polveri. Non è facile capire quali e quante cause si siano intersecate per determinare lo sfondamento del limite massimo: per questo abbiamo disposto ulteriori approfondimenti per comprendere il fenomeno, e siamo pronti ad intervenire a tutela della salute di tutti, e in particolare delle fasce più deboli come i bambini e gli anziani».
Qual è il pericolo che le polveri sottili portano con sé?
«Bisogna prima di tutto distinguere tra le polveri inalate, che hanno diametro inferiore ai 10 micron e sono raggruppate nella dizione di pm 10, che possono rappresentare un pericolo per la salute perché danneggiano l´albero respiratorio, e quelle più fini. Le più insidiose non sono quelle inalabili, ma quelle respirabili: il pm 2,5 si può depositare su vie aeree inferiori, è un particolato che può fermarsi sulle piccole vie aeree e sugli alveoli polmonari: oltre al danno locale c´è anche l´assorbimento delle sostanze chimiche che costituiscono il particolato o degli elementi assorbiti dalla polvere, che entrano nel circolo ematico. Più le polveri sono fini, più sono dannose, perché fanno da veicolo per idrocarburi, diossine o metalli pesanti che finiscono nell´organismo. Esistono studi che dimostrano la correlazione tra incrementi anche lievi di polveri sottili e l´aumento di mortalità e ricoveri ospedalieri nei giorni successivi».
Nel campionamento di fine novembre con la centralina mobile dell´Arpa, ci sono oscillazioni fortissime tra zone vicine: basta entrare in luoghi riparati come il tribunale e Policlinico per sfuggire all´inquinamento?
«Molto dipende anche in questo caso dalle situazioni climatiche e da quanto il particolato sia primario, cioè direttamente rilasciato da emissioni di mezzi, industrie o infrastrutture, o secondario, cioè derivato da trasformazioni biofisiche delle sostanze emesse. Quando ci sono differenze così sostanziali è primario, più facile da controllare e gestire».
Secondo il monitoraggio di Legambiente a Bari la centralina di piazza Luigi di Savoia ha superato 38 volte la soglia massima consentita dalla legge, contro le 30 previste dalla normativa. Esiste un allarme smog?
«No, e anche i dati comparsi oggi (ieri, ndr) sul sito dell´Arpa per la qualità dell´aria non evidenziano particolari allarmi. La centralina vicino alla chiesa di Sant´Antonio, una delle otto attraverso le quali monitoriamo la città dallo scorso luglio, è un "hot-spot", ha una criticità legata alle caratteristiche del punto che non corrispondono ai criteri della normativa per la rilevazione dell´aria. Se si esclude quella zona, i valori sono tutti tali da lasciarci sereni».
"Boom di bronchiti a scuola per lo smog". L'assessore Decaro: "Niente allarmismi" - da La Repubblica del 11.12.2009