Piano casa, passa la legge in Consiglio Regionale
Con l’approvazione viene dato il via al recupero delle ex aree industriali, dismesse da almeno tre anni, per la costruzione di nuove residenze abitative
14 December, 2009
Dopo mesi di discussioni nelle aule del Consiglio Regionale, il piano casa della Campania è stato approvato grazie a 35 si, 6 no e tre astenuti.
Restano quasi del tutto invariate alcune norme rispetto al progetto iniziale. La legge prevede, infatti, l´ampliamento fino al 20 per cento delle cubature degli edifici mono e bi-familiari, di quelli che non superano i 1000 metri cubi e a non più di due piani. È previsto, inoltre, l´incremento entro il 35 per cento delle cubature degli edifici, per demolire e ricostruire all´interno della stessa unità immobiliare catastale e delle sue pertinenze al fabbricato. In ogni caso, è stato sancito il rispetto delle norme in materia energetico – ambientale e di quelle sulle costruzioni in zone sismiche.
Anche sul controverso articolo 5, riguardante le aree dismesse, è stato, infine, raggiunto un accordo. Proprio questo articolo aveva scatenato le maggiori tensioni in aula, poiché riguarda la possibilità di cambiare la destinazione d’uso per le aree dismesse, affinché siano trasformate in residenze abitative.
Con l’approvazione del Piano casa, i Comuni dovranno individuare le aree da destinare a nuova costruzione edilizia. Potranno essere ammesse anche varianti al Piano regolatore, e aumenti dei volumi entro il 50 per cento, per interventi di demolizione, ricostruzione e ristrutturazione urbanistica dei fabbricati, con vincolo per la Regione di inserire nella programmazione fondi per l´edilizia economica e popolare. Il vincolo è , però ,che le attività produttive che si svolgevano all’interno delle aree in questione siano cessate da almeno tre anni.
Delle decisioni prese dal Consiglio Regionale sono molto soddisfatti i costruttori, che già parlano di 468 mila nuovi alloggi in 5 anni per la Campania.
Il Piano casa, ed in particolare l’articolo 5, avranno grosse conseguenze soprattutto a Napoli. Il recupero delle aree dismesse nel capoluogo vuol dire possibilità di costruire su circa 500mila metri quadrati di terreno. Nella zona occidentale della città, in particolare a Bagnoli, si trova l’area più estesa, che prima era occupata dagli stabilimenti della Italsider. La seconda è a Napoli est, dove, stando al piano, potrebbero essere edificati 112 ettari. È la ex manifattura Tabacchi, dove sarebbe dovuta sorgere la cittadella della polizia di Napoli, a fare più gola, sempre nella zona orientale della città.