«No al Pincio», le reazioni
Veltroni non replica alla scelta del suo successore di fermare il cantiere del parcheggio, ma rilancia: «Occupiamoci della pedonalizzazione». Al segretario del PD fa eco Legambiente: «Usiamo il parcheggio Lungotevere Arnaldo Da Brescia». Più critici i commercianti
12 September, 2008
«Il no al parcheggio del Pincio? Non commento e sono rispettoso del lavoro di cui è responsabile chi è venuto dopo di me». Sceglie la via del fair play, l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni, durante il cui mandato era partito il progetto per la realizzazione del parking sotterraneo nel ventre del colle romano. Secondo il segretario del PD, la questione cruciale è quella della pedonalizzazione del Tridente, la zona del centro storico che comprende via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta. «È di questo – precisa – che si dovrebbe parlare».
Lo stesso obiettivo sta a cuore a Legambiente, che non sembra ancora convinta che aggiungere un piano al parcheggio del Galoppatoio sia la soluzione più efficace. «L’obiettivo di pedonalizzare il Tridente è irrinunciabile, tutto il cuore di Roma da piazza del Popolo al Colosseo si deve liberare dalle automobili – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – Dopo la legittima scelta politica del sindaco Alemanno di non realizzare il parcheggio del Pincio va allora subito messo in campo un progetto alternativo in questa direzione». Una soluzione, secondo l'associazione ambientalista, potrebbe venire dal più vicino parcheggio del Lungotevere Arnaldo Da Brescia, per il quale sono in corso i sondaggi archeologici.
Più critici i commercianti, che già prima della decisione definitiva della giunta capitolina avevano definito il parcheggio «utile alla città e alla cittadinanza». «Togliere le auto dalle strade e soprattutto dai centri storici - dice Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma - è una priorità di tutto il mondo". La decisione di fermare le ruspe sarebbe, secondo i negozianti, l'ennesima sconfitta causata dalla cultura del no. «È possibile - si chiede Valter Giammaria, direttore della Confesercenti - che non si riesce a trovare un compromesso tra il giustissimo rispetto della cultura e del patrimonio archeologico e la necessità improrogabile di dotare la Capitale di adeguate infrastrutture per migliorare la qualità della vita dei romani e dei turisti?».
Un parere condiviso anche dal presidente di Roma Metropolitane, Chicco Testa: «I difensori del sottosuolo di ciò che sta sopra non si curano, meglio conservare per l’eternità sottoterra le rovine della città eterna che rendere vivibile (e visibile) la città che sta sopra)».
Villa Borghese, 600 posti auto in più - dal Messaggero del 12.09.2008