Decreto sulla fine dell'emergenza rifiuti, Impregilo ricorre al Tar
Il gruppo, che ha realizzato l'impianto di Acerra, contesta l'autorizzazione alla Protezione Civile ad affittare l'inceneritore ad un canone di 2,5 milioni di euro mensili e a godere dei ricari derivanti dalla vendita di energia elettrica
27 January, 2010
Il decreto legge che ha segnato la fine dell'emergenza rifiuti in Campania non va bene proprio a nessuno. A ricorrere al Tar è adesso la Fibe, società del gruppo Impregilo, la stessa che ha realizzato l'impianto di Acerra.
La Fibe, in particolare, contesta la parte del decreto in cui viene autorizzato l'affitto dell'impianto da parte della Protezione Civile ad un canone pari a 2,5 milioni di euro mensili. Per questo la società chiede che questa parte del decreto venga sottoposto alla Corte di Giustizia europea affinchè questa valuti la conformità del provvedimento alla normativa comunitaria.
Nel decreto, inoltre, è stabilito che alla Protezione Civile spetti il pieno godimento dell'impianto, compresi i ricavi che derivano dalla vendita di energia elettrica.
Il ricorso da parte della società è basato sulla considerazione secondo cui in questo modo ci sarebbe una perdita economica, considerato che, secondo i dati forniti dalla stessa Fibe, da giugno a dicembre dello scorso anno l'impianto ha prodotto energia elettrica per un valore di oltre 15 milioni. Inoltre, la realizzazione dell'impianto, dal 2004 al 2009, è costata circa 400 milioni anticipati e mai riscossi da Fibe.