Ripensando l'immondizia
Editoriale del New York Times di Sabato 2 Marzo 2002, traduzione italiana di Beppe Gamba
28 February, 2002
Una delle principali responsabilità del governo di qualsiasi città è la raccolta dei rifiuti. Sfortunatamente, nella città di New York il sistema di smaltimento delle 11.000 tonnellate di immondizia prodotte ogni giorno dai cittadini è in scompiglio. Per anni la città ha inviato i suoi rifiuti a Fresh Kills, una discarica a Staten Island. Ma l'anno scorso, piegandosi alle proteste del Municipio Repubblicano (circoscrizione amministrativa della città di N.Y., n.d.t.), il Sindaco Rudolph Giuliani ha chiuso Fresh Kills prima che la città avesse un'adeguata alternativa. Per sostituire Fresh Kills Mr. Giuliani propose un sistema provvisorio di trasferimento dei rifiuti verso discariche di altri Stati. Per il lungo termine propose un sistema nel quale l'immondizia sarebbe stata trasportata verso stazioni di raccolta da un capo all'altro della città, quindi trasferita via chiatta agli scali ferroviari dove sarebbe stata caricata su carri ferroviari chiusi. Il proposito di questo elaborato schema era essenzialmente lo stesso del piano provvisorio - esportare l'immondizia di New York in qualunque posto l'avesse accettata. Il riciclo avrebbe dovuto essere un elemento di entrambe le strategie. E' diventato progressivamente evidente che Mr. Giuliani fu eccessivamente ottimista circa la sua abilità di trovare sia i siti per le stazioni di raccolta sia le discariche collocate fuori stato, desiderose di prendere i rifiuti. Nel frattempo i camion che trasportano i rifiuti verso lontane discariche danneggiano le strade e l'aria cosi come fanno spendere una fortuna. E il mercato delle bottiglie e delle lattine riciclate si è dimostrato così elusivo che talvolta le buste dei contenitori attentamente separati finiscono nel flusso principale dei rifiuti. In poche parole, in sistema attuale è sporco, inefficiente, costoso e largamente dipendente dalla disponibilità di altri Stati. E' difficile immaginare come la città potrebbe fare peggio. L'attuale sindaco Michael Bloomberg è costretto ad affrontare le conseguenze concrete della chiusura di Fresh Kills. Ha puntato prima contro il riciclo, proponendo che la città limiti la raccolta alla carta, che è redditizia. Ci sono pochi dubbi che il sistema di riciclo richieda un intervento. Il Sindaco dice che il programma per le bottiglie e le lattine costa alla città più di 50 milioni di dollari all'anno, più di quanto costerebbe raccoglierli semplicemente con il resto dei rifiuti. Bloomberg deve però anche riconoscere che senza il sistema di deposito e riciclaggio per bottiglie e lattine, che ha incoraggiato la nascita di attività spontanee di raccolta tra i senza casa, New York sarebbe verosimilmente ancora inondata da contenitori per bevande usati. L'ultima cosa di cui Mr. Bloomberg ha bisogno è che tutti quei turisti che sono arrivati meravigliati nella pulita città di New York, ritornino a casa raccontando di come si calciano bottiglie vuote e lattine ammaccate sui marciapiedi. Il Sindaco sta per affrontare scelte difficili. La più ardua può essere la decisione che dovrà sicuramente assumere per guadagnare il tempo necessario a escogitare il sistema che ci traghetterà nel futuro. Deve riaprire Fresh Kills. Questo richiederà audacia politica, un'audacia superiore all'esprimere giudizi inclementi sul riciclaggio. I residenti di Staten Island, che sono affidabilmente Repubblicani, pensavano di avere un accordo. Un sindaco Repubblicano chiuse la discarica e Mr. Bloomberg ha solennemente promesso durante la sua campagna che non l'avrebbe riaperta. Però Bloomberg si impegnò anche a incentivare il riciclo. Se è venuta l'ora di ripensare le sue promesse sul riciclo, è anche ora di ripensare quelle su Fresh Kills. Riaprire la discarica lo aiuterebbe a colmare il deficit del bilancio cittadino che ammonta a 4.7 miliardi di dollari. E gli darebbe il tempo necessario ad immaginare una strategia creativa per affrontare quelle 11.000 tonnellate di immondizia che i newyorkesi gettano via tutti i giorni. Qualunque soluzione a lungo termine richiederà una combinazione di riciclo, discariche "allo stato dell'arte" e trasporti "fuori dallo stato". Parti dell'originale piano di Giuliani potrebbero essere riviste e ridefinite, con l'idea di potenziare i terminal per il trasporto via mare che già esistono attorno alla città, dai quali i rifiuti sarebbero inviati con le chiatte ai terminali ferroviari per il trasporto alle discariche in giro per il paese. Mr. Bloomberg potrebbe anche dover iniziare il lungo e arduo processo di indagine sullo stato dell'arte degli inceneritori e cercare siti per collocarli. Cosa che certamente potrebbe rivelarsi più controversa della sua decisione di tagliare il riciclaggio. La gente non vuole l'inceneritore dietro l'angolo di casa più di quanto non voglia una stazione di trasferimento dei rifiuti. Ma il fatto è che abbiamo sindaci che tendono a dimostrarci che in questo siamo tutti uguali.