Slitta il decreto sugli acquisti "verdi"
31 March, 2002
Il Ministero è in ritardo, quindi le Regioni sono in ritardo,quindi tutto il meccanismo amministrativo è in ritardo. L'obbligo per le pubbliche amministrazioni di dedicare a beni realizzati con materiale riciclato almeno il 30% dei loro acquisti è stato approvato con la Finanziaria ma resta sulla carta. E' slittato il termine di fine marzo entro il quale dovevano essere stabilite le norme. Ma l'attesa del decreto ministeriale ("in corso di elaborazione" ci hanno detto al Ministero ) non può fare da alibi all'immobilismo. Resta da capire con quali certificazioni un bene acquistato da un comune è correttamente riciclato, resta da capire se la disposizione si applica anche ai servizi e come, ma è chiaro che i criteri degli acquisti pubblici devono cambiare. Ma ai ritardi amministrativi centrali fa fronte un attivismo locale che sempre più sta prendendo piede. La partecipazione dei comuni italiani al premio Comun-Riutilizzatore (che considera prodotti derivanti da materiali riciclati quelli che contengono almeno il 50% di materiale riciclato e il cui fornitore sia conforme ai requisiti ISO 9001:2000 ed ISO 14000 dove richiesto, con un particolare riguardo per le strutture destinare ai bambini ed all'arredo urbano) è la prima spia di quanto sta accadendo. Proviamo a parlarne con Riccardo Coates di Amici della Terra, l'associazione che ha coordinato la terza edizione del premio Comun-Riutilizzatore . "Hanno partecipato al nostro premio circa il 5% dei comuni italiani, che comprendono però una fetta di popolazione ben più ampia di quanto possa sembrare. La partecipazione è raddoppiata rispetto alla scorsa edizione, segno di una maggior attenzione al tema degli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni". Le regioni con la miglior percentuale di risposta sono il Veneto (11%) e la Val d'Aosta (10%), ma la grossa novità sta nel fatto che tutte le regioni Italiane hanno partecipato con almeno l'1% dei comuni presenti sul loro territorio. "Contrariamente a quello che si potrebbe pensare - Continua Coates - le spese maggiori, almeno per i comuni che hanno aderito a Comun-Riutilizzatore, non sono quelle relative alla carta riciclata, bensì quelle per prodotti realizzati con amido di mais, riso o alghe (tipicamente prodotti uso mensa: piatti di carta, bicchieri, tovaglioli, sacchetti rifiuti) per una spesa totale di circa 6.000.000 di euro. Le spese relative alla carta riciclata sono molto inferiori, pari a quelle per l'arredo urbano". [a="http://www.amicidellaterra.it/PRESS/PNCR.htm%20"]Il Premio Comun-Riutilizzatore[/a] [a="http://www.ecodallecitta.it/old/apr2002/rifiuti/gpp/GPPinPA.doc"]Gli acquisti verdi nelle amministrazioni pubbliche - di Enrico Camurati - Envision Srl e Environment Park - Centro per la Produzione e il Consumo Sostenibile (formato word) [/a]