Tra smog e mobilità immobile riparte il Treno Verde di Legambiente
Festeggia 20 anni il Treno Verde, la campagna di monitoraggio sull’inquinamento atmosferico e acustico, che attraversa nuovamente l’Italia toccando 9 grandi città. Presentati i dati relativi ai superamenti di Pm10 a 45 giorni dall’inizio dell'anno: Brescia e Monza già fuorilegge, seguite da Milano con 35 superamenti e altre otto città prossime al superamento, con oltre 30 giorni di polveri in eccesso
16 February, 2010
Torna sui binari il Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato, che quest'anno compie 20 anni. Aria e rumore saranno gli osservati speciali nelle 9 grandi città dove il convoglio ecologista farà tappa nelle prossime settimane: Messina, Crotone e Potenza, risalendo poi la penisola attraverso Latina, Ancona, Ravenna, Vicenza, Milano e Genova. Nel corso di una conferenza stampa a bordo del treno in partenza oggi da Roma, erano presenti il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli.
Legambiente ha colto l'occasione per rilanciare l'allarme smog e presentare i dati relativi ai superamenti di Pm10 a 45 giorni dall’inizio del 2010. Brescia e Monza sono le città italiane ad aver già superato il limite consentito dei 35 giorni di superamento dei livelli di Pm10, considerati dalla normativa il limite annuale consentito per salvaguardare la salute dei cittadini. Segue Milano sulla soglia del limite con 35 giorni, mentre già otto città hanno superato i 30 giorni, promettendo di oltrepassare presto il numero massimo consentito. Tra queste, Padova con 33 e Torino con 32. Scalano velocemente la classifica anche Napoli con 28, Venezia a 27 e Bologna a 25. “I dati presentati oggi, con molte città già vicine al superamento del limite di legge per il Pm10 dovrebbe far riflettere in modo approfondito sul tema della mobilità urbana, principale causa dell’inquinamento atmosferico e acustico, dello stress, della scarsa qualità della vita –ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - . Non è una novità che tutti gli investimenti, locali e nazionali abbiano fino ad ora privilegiato il trasporto su gomma a danno delle forme di mobilità alternative. Nello specifico, dal 2002 al 2009 i finanziamenti statali della Legge obiettivo hanno riguardato per il 67% circa strade e autostrade, mentre meno del 21% è stato destinato alla rete metropolitana che, con una copertura di soli 161,9 km, risulta essere la più corta d’Europa. Stesso discorso vale per le ferrovie suburbane che contano in totale 591,7 km di estensione: pochissimi rispetto ai 2033 km della Germania, per esempio. Scegliere come priorità d’investimento il trasporto cittadino vuol dire risolvere, quindi, non solo il problema dell’inquinamento atmosferico nei centri urbani, ma anche migliorare la qualità della vita di quei 14 milioni di pendolari che si spostano ogni giorno verso le città italiane”.
Il caos del traffico produce smog, minaccia la salute e rende insostenibile la qualità della vita dei cittadini. Secondo il rapporto Cittalia, nel corso del 2009, nelle grandi città sono stati impiegati in spostamenti sistematici mediamente 62 minuti. A guidare la classifica del tempo perso nel traffico c’è Roma con 74 minuti sprecati quotidianamente in fila sulle strade per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o i luoghi abituali, seguita da Napoli con 63’ e Torino con 62’. Un insieme di dati che restituisce un quadro della mobilità urbana italiana paralizzata dal traffico cittadino, ridotto ad una lunga coda di automobili che, nel migliore dei casi, viaggiano ad una velocità media di 25 km/h. Niente di buono, dunque, soprattutto se si confronta la situazione attuale con quella del 1994, anno in cui i minuti impiegati per gli stessi spostamenti erano 45. Da allora, non solo il tempo che gli italiani trascorrono regolarmente nelle loro vetture è aumentato – con due settimane all’anno trascorse complessivamente in automobile – ma tutta la mobilità è peggiorata, sotto il peso di un parco macchine che non ha pari in Europa. Nel 2009 in Italia circolavano 600 autovetture ogni 1.000 abitanti, un numero di automobili inferiore solo agli Stati uniti (760), Malesia (640) e Australia (610), mentre la media europea dei 27 paesi dell’Unione è ferma a 463 (dati Legambiente - Ecosistema Urbano 2010). A fare le spese di questa situazione, ovviamente, i cittadini, sempre più assuefatti a smog, rumore e perdite di tempo, costretti in isole pedonali praticamente immutate da un anno all’altro (0,35 mq per abitante), tutelati da zone a traffico limitato sempre più piccole (da 2,38 mq per abitante del 2008 ai 2,08 attuali) e poco inclini all’uso di autobus, tram e metropolitana, che scelgono solamente per un viaggio e mezzo a settimana.
Il Treno Verde, attraversando nuovamente l’Italia, analizzerà la qualità dell’aria e i livelli di rumore attraverso le rilevazioni condotte dal Laboratorio mobile dell’Istituto sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), la società dell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato, mentre per il secondo anno l’equipaggio del Treno Verde, con l’ausilio di attrezzature scientifiche fornite da Con.tec, effettuerà monitoraggi ulteriori sulla concentrazione delle polveri sottili anche in altre zone. Oltre al PM10, per ogni città visitata, saranno effettuate anche rilevazioni sulle concentrazioni in atmosfera di benzene, biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e ozono. Nelle varie tappe, durante la mattinata, il Treno ospiterà anche le visite dei ragazzi delle scuole: la missione del percorso informativo a bordo del Treno Verde è far conoscere il legame che esiste tra consumi, sprechi energetici, inquinamento e cambiamenti climatici. Il pomeriggio il Treno, invece, sarà aperto a tutti i visitatori.