Temperatura in aumento secondo gli ultimi dati Wmo
19 February, 2004
Il 2003 sarà più caldo di 0,45°C rispetto alla media del trentennio 1961-1990, piazzandosi al terzo posto di sempre dopo il 1998 e il 2002. Lo riferisce l'organizzazione meterologica dell'Onu L’organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Orgaization, WMO), la ‘voce’ dell’ONU in materia di tempo atmosferico, clima e acqua, ha diffuso i primi dati relativi all’andamento del clima nel 2003, dati aggiornati alla fine di novembre. Le informazioni preliminari del WMO mostrano un impressionante aumento degli eventi climatici estremi e un cambiamento generale delle condizioni meteo, che da un lato ha danneggiato molte aree del pianeta, dall’altro ha migliorato le condizioni di alcune zone (soprattutto in Africa). Le stime provvisorie dicono che il 2003 sarà più caldo di 0,45°C rispetto alla media del trentennio 1961-1990, piazzandosi al terzo posto di sempre dopo il 1998 (+0,55°C) e il 2002 (+0,48°C). L’emisfero nord della Terra (+0,57°C) è stato più caldo dell’emisfero sud (+0,33°C). Ma esaminiamo le indicazioni più importanti giunte dalle diverse macroregioni del nostro pianeta. L’Europa è stata colpita da un’ondata di calore eccezionale per durata e persistenza. Durante l’estate, la temperatura è stata costantemente superiore di 5°C rispetto alla norma. Il caldo ha provocato almeno 21.000 morti, senza contare gli estesi incendi e lo scioglimento dei ghiacciai, che si sono assottigliati di 3 metri. Anche l’inverno ha avuto episodi eccezionali, tenendo nel gelo l’Europa centro-orientale e la Russia (con punte verso il basso di –45°C in gennaio). Anche la parte orientale degli Usa in febbraio è stata sommersa da uno strato di neve record. L’estate nel nord della Cina e in Giappone è invece stata particolarmente piovosa e fresca. India, Pakistan e Bangladesh hanno fatto i conti con un inverno freddissimo e con temperature tra 45 e 49°C in maggio, prima della stagione dei monsoni. In Africa, la siccità ha colpito Etiopia ed Eritrea, Botswana, Zimbabwe e parti di Sud Africa e Mozambico. Altre zone, invece, hanno beneficiato di un anomalo aumento delle piogge: si tratta della regione del Sahel in Africa occidentale e di alcune regioni di Mozambico, Malawi e Zambia. L’agricoltura di questi Paesi ha visto aumentare la produzione di grano, cotone e altre colture. Una situazione analoga si è verificata in Afghanistan, dove le precipitazioni hanno riempito le riserve di acqua, asciutte da anni. In alcuni Paesi, però, è piovuto fin troppo, o troppo intensamente. Ecco dunque gravi inondazioni durante l’estate monsonica in India, Pakistan, Nepal e Bangladesh, Vietnam e Tailandia. 2000 persone hanno perso la vita in Cina per le esondazioni del Fiume Giallo e dei suoi affluenti tra giugno e ottobre. Il numero di uragani, tifoni e cicloni tropicali è stato in genere sopra la media. Nell’Atlantico si sono sviluppate 16 tempeste (contro le 9,8 di media degli ultimi 50 anni), tre delle quali hanno raggiunto la massima intensità (uragani Isabel, Juan e Fabian), e l’Oceano Indiano ha sperimentato un aumento dei cicloni. Al contrario, nel Nord-ovest del Pacifico l’attività degli eventi meteo estremi è diminuita. Chiudiamo con i Poli. Il buco dell’ozono sull’Antartide si è rifatto vivo, raggiungendo in settembre un’estensione record che ha eguagliato quella del 2000, salvo poi scomparire rapidamente. Il Mar Glaciale Artico continua la sua ritirata, confermando il riscaldamento di tutta la regione nell’ultimo decennio rispetto agli anni ’80. Le informazioni più complete e aggiornate saranno disponibili nel report annuale del WMO sullo stato del clima globale del 2003, che sarà pubblicato all’inizio del marzo 2004. Luca Maggioni