Tevere, dieci cassoni di amianto abbandonati a Ponte Milvio
Inquietante scoperta di Legambiente Lazio, che ha inviato un esposto alle autorità competenti. L'associazione chiede l'immediata rimozione dei rifiuti pericolosi
01 March, 2010
Dieci cassoni di amianto giacciono abbandonati sulla sponda del Tevere sotto Ponte Milvio. La loro presenza è stata accertata da Legambiente, dopo un sopralluogo compiuto in seguito ad una segnalazione, a seguito del quale è stato immediatamente inviato un esposto alle autorità competenti per chiedere “l'immediata rimozione” e “l'adozione di tutti i provvedimenti che si riterranno più opportuni ed idonei ai fini del ripristino di adeguate condizioni ambientali nell'area ivi indicata.”
“Quei vecchi cassoni dell'acqua in eternit sono pericolosi, le polveri di amianto sono cancerogene, è incredibile che possano essere abbandonati in modo così criminale, lungo le sponde del nostro Tevere sotto Ponte Milvio, con il rischio che l’amianto si disperda nelle acque. Chiediamo all'AMA la rimozione immediata – si legge in una nota dell'associazione - E' sconcertante anche pensare che qualche condominio della zona probabilmente crede di aver smaltito i cassoni in modo corretto, tramite ditte autorizzate, che invece troppo spesso furbescamente li abbandonano illegalmente. Per questo, invitiamo anche chiunque riconosca nelle foto quei cassoni a prendere contatto con Legambiente, in modo da procedere alla individuazione dell'azienda responsabile dello smaltimento illecito per punire i responsabili per quello che è un reato penalmente perseguibile.”
In Italia sono almeno 2mila le morti all’anno causate dall'esposizione alla polvere di amianto che provoca il mesotelioma pleurico, mentre sono state 9mila dal 1993 al 2004, e i numeri purtroppo sono ancora destinati a crescere per via del periodo di latenza della malattia. L'Italia, secondo produttore europeo di amianto fino al 1992, quando la legge lo ha messo al bando, ha prodotto e commercializzato la fibra killer per anni in tutto il Paese e oggi sono 54 i siti di interesse nazionale da bonificare. Senza contare gli innumerevoli micrositi, costituiti da tettoie, canne fumarie, tamponature di edifici e serbatoi d’acqua sparsi per tutto il territorio nazionale che richiedono un’opera di risanamento e messa in sicurezza che riguarda anche gli enti locali.
“Dei novantadue esposti seguiti negli ultimi mesi dall'Osservatorio Ambiente e Legalità nel Lazio circa un terzo riguarda discariche abusive e deposito illecito di rifiuti pericolosi, contenenti anche eternit –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Una situazione molto preoccupante, visto anche che gli esperti prevedono un picco del mesotelioma pleurico nel prossimo decennio, legato all’esposizione indiretta più che a quella professionale. Le segnalazioni dei cittadini di atti contro l'ambiente sono fondamentali, spesso risolutive, chiediamo di continuare a contattare il numero verde 800911856 dell'Osservatorio istituito dalla Regione Lazio su progetto di Legambiente Lazio.”