Intervista di Eco dalle Città a Nicola De Ruggiero
Le politiche ambientali della Regione Piemonte negli ultimi 5 anni. Intervista di Eco dalle Città a Nicola De Ruggiero, assessore regionale all'Ambiente. Secondo l'assessore "l'aria in Piemonte è migliorata ma rimane serissimo il problema durante la stagione invernale nei principali centri urbani". E sui rifiuti: "Siamo stati attenti al riduzione, al recupero e al riuso"
18 March, 2010
Assessore, può dirsi soddisfatto per il lavoro svolto in questi 5 anni?
La soddisfazione viene certamente dal fatto che i dati ci dicono che l'aria è migliorata e, dato che la qualità dell'aria ha un rapporto diretto con la salute, possiamo dire che abbiamo fatto bene ai nostri polmoni. C'è da dire che in politica non si è mai soddisfatti e occorre avere sempre voglia di fare di più. L'unico aspetto di cui non sono soddisfatto è l'eccessiva inerzia delle amministrazioni comunali a prendere di petto questo problema, accompagnando tutte le nostre azioni e provvedimenti con miriadi di tentativi di proroghe e deroghe e dimostrando così di non aver colto la gravità del problema. L'aspetto più positivo è che l'assessore all'Ambiente non sia stato lasciato solo dalla Giunta e, anzi, ho sempre trovato condivisione e supporto dalla Presidente e dai colleghi assessori.
Il rapporto “Salute e ambiente in Europa” appena pubblicato dall'Oms descrive i progressi dei paesi europei negli ultimi 20 anni. Per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria il rapporto fotografa una riduzione sostanziale negli anni '90 e evidenzia come nell'ultima decade i miglioramenti siano stati minimi. E' così anche per il Piemonte?
E' così perché stiamo parlando di tipologie d'inquinamento diverse. E' stato ad esempio più semplice per Torino diminuire l'inquinamento industriale, più complicata e lenta è la riduzione legata alla mobilità e al riscaldamento.
La maggior parte dei cittadini piemontesi vivono però in aree in cui il miglioramento è stato meno marcato e la situazione permane critica.
Il miglioramento c'è in tutto il Piemonte. Oggi grandi aree della regione sono sotto le soglie previste dall'Unione Europea sia per i giorni di superamento concessi, sia per la media delle polveri sottili. Rimane serissimo il problema durante la stagione invernale nei principali centri urbani. In primis a Torino e Alessandria.
Quali sono state le difficoltà maggiori a far applicare il Piano regionale di risanamento della qualità dell'aria? Il potere non coercitivo della Regione o l'inadempienza degli amministratori locali?
Dato che non era un piano banale e con un impatto diretto sulla vita dei cittadini le reazioni da parte del mondo delle associazioni di categoria, in particolar modo sul tema della mobilità, hanno in molti casi condizionato e rallentato le decisioni delle amministrazioni locali, rendendole meno incisive. Dove sono state adottate misure incisive non solo l'aria è migliorata ma alla lunga i provvedimenti hanno avuto il consenso dei cittadini. Sono convinto sia giusto ci sia un sistema premiante regionale per i buoni provvedimenti ma sono altresì convinto che la logica coercitiva finirebbe con il deresponsabilizzare i sindaci, ancora oggi definiti con poteri da autorità sanitaria locale.
Due provvedimenti in particolare hanno incontrato resistenza nei Comuni: il blocco dei veicoli diesel Euro2 e l'ampliamento delle Ztl al 20%.
Sono proprio questi gli esempi a cui faccio riferimento. Si misura qui l'inerzia delle singole amministrazioni. Il provvedimento sulle Ztl è l'unico che ha ancora una potenzialità economica non sfruttata. Invece, i fondi di altri provvedimenti come il ticket transport sono completamente utilizzati e hanno bisogno di essere potenziati.
L'opposizione in Regione ha spesso attaccato i provvedimenti ma in Lombardia, dove a governare è il centrodestra, sono stati presi provvedimenti analoghi...
Al di là delle singole misure che sono state prese non c'è dubbio che la nostra opposizione ha brillato solo per polemiche demagogiche.
Riesce a stabilire quali misure sono state ambientalmente più efficaci? Gli abbonamenti agevolati ai mezzi pubblici, il blocco dei veicoli più inquinanti, il potenziamento della rete distributiva di gpl e metano o, ancora, le campagne di sensibilizzazione?
Non è assolutamente possibile stabilirlo. Se devo proprio dire le due misure più efficaci sono quelle citate di meno: la grande campagna sulle emissioni industriali con il meccanismo delle AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali) e la grande diffusione del teleriscaldamento che vede il Piemonte nettamente al primo posto tra le regioni italiane per numero di utenti serviti.
Sono state diverse le azioni della Regione Piemonte nel campo della riduzione dei rifiuti. Quali risultati sono stati ottenuti?
Oggi tutti parlano di riduzione dei rifiuti. Devo dire con molta soddisfazione che la Giunta piemontese ne ha parlato fin dal primo giorno, 5 anni fa, quando in molti ironizzavano sul tema dicendo che i rifiuti sarebbero sempre aumentati. I rifiuti sono diminuiti, e già prima della crisi economica (il piano regionale rifiuti prevede una riduzione della produzione dei rifiuti ponendo come obiettivo, all’anno 2015, la produzione rilevata nell’anno 2003, pari a 500 Kg per abitante all’anno ndr). Abbiamo creduto nella riduzione, sponsorizzando e finanziando tutti i progetti riconosciuti efficaci in questo campo. Ma davanti a noi c'è una “prateria” di cose da fare. La principale azione da portare avanti, laddove le caratteristiche della zona lo consentono, è il compostaggio domestico.
Un'altra questione seria è la tariffazione puntuale. Non sono un tifoso della tariffazione per le singole famiglie e i condomini ma può diventare un grande stimolo soprattutto per gli esercizi commerciali che dimostrano di non produrre rifiuti e che oggi pagano un sacco di soldi per la Tarsu.
Sempre in tema di riduzione dei rifiuti: nelle mense, stoviglie compostabili o stoviglie lavabili?
Concettualmente sono contrario alla logica dell'usa e getta. Sono convinto che nelle mense dovrebbero tornare le stoviglie lavabili e riutilizzabili e, dove è non possibile per motivi di sicurezza, non possiamo che favorire i materiali a più alta biodegradabilità.
Qual è stata la tendenza della raccolta differenziata negli ultimi anni in Piemonte?
Non parliamo più di raccolta differenziata come guerra delle percentuali, che certo vedono il Piemonte aver superato la Lombardia, ma siamo stati attenti al recupero e al riuso: vale a dire, dimostrare, raccontare, informare, sul reale riutilizzo del materiale raccolto in maniera differenziata. Questa attenzione al recupero ci ha segnalato le due criticità principali: la prima, è la non convenienza ambientale del riciclo della plastica dove è prioritaria la riduzione alla fonte. Riciclare carta, vetro e alluminio non porta gli stessi problemi della plastica. La seconda criticità riguarda l'organico, la qualità del prodotto finale e il suo utilizzo. Ad esempio, si sollecita l'abolizione dei sacchetti di plastica tradizionali. In futuro, l'introduzione delle buste biodegradabili, o di carta, avrà una ricaduta positiva sulla qualità dell'organico.
Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e l'impiantistica in Piemonte. Quali sono gli scenari futuri?
Si faccia solo l'impiantistica che serve dopo aver ridotto, recuperato e riutilizzato. Credo che per la provincia di Torino non sia utopistico dire che l'impianto di incenerimento in costruzione al Gerbido possa soddisfare l'esigenza del territorio provinciale torinese. Credo che sia anche opportuno che il ciclo della depurazione delle acque e l'essiccazione dei fanghi sia completato con l'impiantistica ad essa dedicata. Questo però non giustifica un altro inceneritore.
Nel resto del Piemonte la situazione è più fluida. C'è sempre il rischio di un eccessivo fai da te provincia per provincia e ciò rappresenta una iattura. Una delle strade che stiamo seguendo con più attenzione è la produzione di combustibile da rifiuto, che ha dato importanti risultati nel cuneese. L'esempio della sperimentazione nel cementificio Buzzi può rappresentare in parte o in tutto una soluzione del problema.
Nel Sud del Piemonte abbiamo meno fretta: i risultati nel campo della riduzione e della raccolta differenziata stanno prolungando la vita delle discariche già fatte. Novara, Verbania e anche Biella hanno ottenuto ottimi risultati in termini di raccolta differenziata e recupero. In questo senso non sono d'accordo sull'idea economicista che convenga costruire un piccolo impianto che, come dimostra il caso di Vercelli, per vivere avrà bisogno di rifiuti e quindi blocca il percorso virtuoso di riduzione e riutilizzo.
Ritiene che i temi ambientali abbiano uno spazio adeguato nella campagna elettorale in corso?
Paradossalmente i temi ambientali non hanno mai un grande spazio in campagna elettorale. Fa eccezione il tema dell'energia che, semplificando, vede la presidente Bresso contraria all'ipotesi di ritorno al nucleare e dall'altra parte il candidato Cota che dice “sì” al nucleare a Roma e “forse” in Piemonte.
Cosa lascia nel cassetto per il prossimo assessore?
Un tema a cui tengo molto è lo sviluppo della rete ferroviaria locale. Purtroppo né da sindaco, né da assessore, sono riuscito a far arrivare il treno passeggeri all'ospedale San Luigi di Orbassano, laddove esistono già i binari per il trasporto merci. Occorrono maggiori finanziamenti per una rete ferroviaria efficiente, soprattutto tra l'hinterland e il capoluogo.
Dal prossimo mese torna a fare il medico?
A differenza di tanti altri non sono angosciato da una eventuale perdita del ruolo da assessore perché il mio incarico da dirigente medico mi può dare tante soddisfazioni. Non mi dispiacerebbe comunque continuare a ricoprire questo incarico...