Rifiuti, Ama spreca la differenziata. Maccarese non riesce a riciclare
L'impianto che produce il compost non è stato adeguato perciò i sacchetti gialli finiscono sui tir diretti ad un'azienda di Padova - da La Repubblica del 20.03.2010
21 March, 2010
Cecilia Gentile
Sono le 13.05 di lunedì 8 marzo quando un Tir di colore rosso fa il suo ingresso dentro l'impianto Ama che produce il compost, a Maccarese. Lo vediamo entrare nella costruzione in legno lamellare dove sono ammassati i rifiuti organici, frutta e verdura che i romani hanno diligentemente affidato alla raccolta porta a porta perché non finiscano in discarica, ma vengano trasformati in fertilizzante di qualità. Si avvicina una ruspa che comincia a pescare nel mucchio e a caricare sul Tir i sacchetti gialli dell'umido. L'operazione dura circa una mezz'ora, poi, alle 13.38, il tir, che reca scritto "Boccato Ghiaia srl. Salgareda, Treviso", riprende la strada da dove è venuto fino a imboccare l'A1 direzione nord.
"La scena si ripete già da un po' di giorni, quei rifiuti vengono portati all'azienda Sesa a Padova, specializzata nella produzione del compost", denuncia il consigliere comunale del Pd Massimiliano Valeriani. Chiamato al telefono, l'amministratore delegato della Sesa, l'ingegner Angelo Mandato, conferma: l'Ama ha chiesto aiuto all'azienda padovana per caricare e trattare l'umido e paga la Sesa per il servizio.
"La nostra azienda, che è composta al 51% da capitale pubblico - spiega Mandato - ha una capacità di trattamento di 300 mila tonnellate all'anno e si è trovata spesso a fare da impianto di supporto a stabilimenti in emergenza, soprattutto in Veneto, ma anche a Torino, in Brianza e in questi giorni a Roma". Dunque, parte della frutta e verdura che i romani smaltiscono separatamente non viene lavorata a Maccarese, impianto pubblico esclusivamente realizzato per la produzione del compost, ma prende la strada di Padova, naturalmente con un surplus di spesa.
Perché? Come si può leggere dal sito della stessa Ama, l'impianto di Maccarese, situato in via dell'Olmazzeto, a due passi dalla spiaggia di Fregene, ha una capacità di trattamento di 88 tonnellate al giorno. E forse ora, con l'estensione del porta a porta a varie zone di Roma, quello stabilimento non basta più. In altre parole, ai comportamenti più virtuosi dei romani, non ha corrisposto un adeguamento dell'impiantisca. Ai 30mila abitanti di Decima, Colli Aniene e Massimina coinvolti nel porta a porta negli anni 2007-2008, si sono aggiunti gli oltre 100mila del Villaggio Olimpico, del centro storico, del Torrino Sud, dell'Aventino, di San Saba e Testaccio, ai quali nel 2009 è stata estesa la nuova modalità di raccolta. Un'immensa macchina di produzione dell'umido che però non può concludere il suo ciclo interamente nella capitale, passando dalla raccolta differenziata al recupero, perché lo stabilimento scoppia. Proprio come è capitato a volte per l'impianto di selezione del multimateriale a Rocca Cencia, sempre dell'Ama. Qui, alte pareti di plastica, vetro e alluminio hanno stazionato per giorni fuori dello stabilimento in attesa di essere lavorate.
Ma potrebbe essere anche un altro il motivo per cui una parte dell'umido dei romani se ne va a Padova. Maccarese è entrata in funzione alla fine del 2002 per produrre unicamente compost di qualità, utilizzato per l'agricoltura e la florovivaistica. Il compost di qualità richiede solo tre componenti: frutta, verdura e legno. Forse i rifiuti organici conferiti dai romani e poi raccolti dagli operatori dell'Ama non sono così pregiati. Cos'è che non ha funzionato?