I rifiuti di Napoli e Caserta sversati nel casertano
Per reagire alla recente emergenza rifiuti, una disposizione regionale ha previsto per quasi una settimana che l’immondizia di Napoli e Caserta fosse scaricata nell'impianto sannita di Casalduni. Dal 19 marzo, dopo le proteste del primo cittadino di Benevento, questo non è più necessario. Si è ricorsi, infatti, alle discariche di San Tammaro e dello Stir (l’ex cdr) di Santa Maria Capua Vetere
22 March, 2010
Nei giorni scorsi i cumuli di spazzatura sono rispuntati sui marciapiedi e agli angoli delle strade di Napoli città, della provincia e soprattutto del Casertano, insieme ai disagi che ne sono seguiti.
Nella crisi dovuta alla mancata raccolta di rifiuti da parte del consorzio unico Napoli e Caserta, la Gestione dei flussi rifiuti della Regione Campania aveva previsto la possibilità di scaricare circa 600 tonnellate di rifiuti al giorno nell'impianto sannita di Casalduni: cosa che si è verificata da sabato 13 a giovedì 18 marzo 2010.
Nei fatti, i quantitativi sversati sono stati però inferiori alle disposizioni: nei primi tre giorni non sono state superate le 20 tonnellate al giorno (domenica 14 solo 5); da martedì scorso, Casalduni ha ricevuto invece 200 tonnellate di rifiuti al giorno.
Anche in seguito alle vivaci proteste da parte presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitilde, che aveva commentato duramente la disposizione regionale, si sta operando in modo alternativo.
Non è più necessario, quindi, ricorrere all'impianto beneventano per lo smaltimento dei rifiuti. A renderlo noto è la struttura tecnica del Sottosegretariato ai Rifiuti.
Dal 19 marzo, infatti, l'immondizia del capoluogo partenopeo viene sversata nella discarica di San Tammaro, nel Casertano, e nello Stir (l’ex cdr) di Santa Maria Capua Vetere.