«Norme chiare e uniformi per le rinnovabili. E una rete più efficiente»
Secondo Gerardo Montanino, dirigente del Gestore dei servizi energetici, lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia è inibito dalla continua evoluzione del quadro normativo e dalla difformità delle regole nelle diverse regioni. Anche le infrastrutture necessitano di un piano di interventi strategici per consentire all'Italia di raggiungere gli obiettivi fissati dall'Unione Europea per il 2020
23 March, 2010
Un quadro normativo più chiaro e stabile, maggiore uniformità nelle politiche regionali, un adeguamento strutturale della rete. Sono queste, secondo Gerardo Montanino, responsabile della direzione operativa del Gse (Gestore servizi energetici) le condizioni indispensabili perché l'Italia raggiunga gli obiettivi fissati dall'Unione Europea in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili (che entro il 2020 dovranno assicurare almeno il 17% del fabbisogno energetico nazionale) e riduzione delle emissioni di gas serra. «Il quadro normativo sull'incentivazione è in continua evoluzione, un'evoluzione che in realtà è troppo rapida – dichiara, intervenendo al convegno “Comuni rinnovabili 2010”, organizzato a Roma da Legambiente e dallo stesso Gse – Se le regole vengono cambiate continuamente, il risultato è una scarsa chiarezza per gli investitori e per i cittadini, che limita in qualche modo le possibilità di sviluppo del comparto delle rinnovabili».
Le variazioni nelle regole di settore, tra l'altro, vengono di solito comunicate in extremis. «La Finanziaria, ad esempio, consente al ministero dello Sviluppo Economico di modificare ogni tre anni gli incentivi e i coefficienti moltiplicativi per l'attribuzione dei certificati verdi. Sarebbe indispensabile conoscere in anticipo le eventuali variazioni, sempre per mettere gli investitori nelle condizioni migliori per fare delle scelte». Altro problema è rappresentato dall'eccessiva diversificazione del quadro normativo e autorizzatorio da una regione all'altra. «Siamo in attesa da tempo – continua Montanino – che la conferenza Stato-Regioni pubblichi le linee guida a cui gli enti locali dovranno poi uniformarsi. Sarebbe un passo fondamentale nella direzione della chiarezza e dell'armonizzazione delle regole».
Al di là delle questioni legate alla chiarezza e alla semplificazione normativa, però, l'Italia ha bisogno anche di un intervento importante per adeguare la rete infrastrutturale. «Già adesso ci troviamo nella situazione in cui alcuni impianti eolici non possono funzionare a massimo regime in condizione di forte vento, perché la rete non è in grado di distribuire tutta la potenza prodotta – chiarisce il dirigente del Gse – In assenza di interventi strutturali, dunque, ci troveremmo impreparati a gestire il previsto aumento del numero degli impianti installati e della potenza prodotta». Il rischio, in altri termini, è quello che, se anche gli impianti da fonti rinnovabili aumentassero fino a raggiungere gli obiettivi stabiliti da Bruxelles, non potrebbero poi essere allacciati alla rete per l'inadeguatezza della rete stessa. «Serve un piano nazionale straordinario – conclude Montanino – che preveda una serie di interventi da realizzare da qui al 2020 per adeguare il sistema di infrastrutture».