Roma-Padova, rifiuti in viaggio così l'Ama spende 500mila euro
L'ad Panzironi difende la scelta: "Costretti a mandare la raccolta differenziata in altri impianti. Scelta obbligata: a Maccarese impianto della differenziata saturo" Valeriani, Pd: "Verifica sulle gare d'appalto. Pronto ad un esposto in Procura" - da La Repubblica del 23.03.2010
24 March, 2010
Cecilia Gentile
Cinquecentomila euro. Tanto ha speso dall'inizio del 2009 ad oggi l'Ama per far trattare a Padova i rifiuti organici che non riesce a trasformare in compost nel suo stabilimento di Maccarese.
I dati sono della stessa azienda capitolina: il costo è di 130 euro a tonnellata, che comprendono trasporto e trattamento. Nel 2009 hanno preso la via di Padova, per essere trasformate in biogas, energia elettrica e fertilizzante di qualità, 2800 tonnellate di umido, vale a dire frutta, verdura e legno. Sulla cifra complessiva di 364mila euro, l'Ama ha usufruito di uno sconto, pagando 300mila euro. L'ultimo affidamento, deliberato a febbraio sempre alla ditta Sesa di Padova, ammonta a 200mila euro.
Per il consigliere comunale Pd, Massimiliano Valeriani, che ha denunciato l'anomala prassi, documentata da Repubblica con una sequenza fotografica, si tratta di "uno spreco di denaro pubblico", sul quale annuncia un'indagine in sede di commissione Trasparenza, da lui presieduta. "Convocherò l'amministratore delegato Franco Panzironi e il managment dell'azienda perché rendano pubblici gli atti di gara per l'affidamento del servizio ad aziende esterne. Se ci sono gli estremi, presenterò un esposto denuncia alla Procura della Repubblica".
L'ad Panzironi sostiene che l'affidamento esterno è stata una scelta obbligata. "Il problema si è posto un anno fa - spiega - Già da allora comunicammo alla Provincia che Maccarese non era più in condizioni di trattare l'umido proveniente dai comuni dell'hinterland: 4000 tonnellate all'anno che adesso vanno altrove".
Ma chiudere le porte alla Provincia non è bastato per risolvere il problema: Panzironi riferisce che Maccarese può lavorare al massimo 29mila tonnellate l'anno. Troppo poche per le quantità di umido che continuano a crescere grazie all'estensione della raccolta porta a porta, dei quantitativi sempre più massicci che arrivano dai mercati e dalle attività di sfalcio nei parchi e nei giardini. Perciò, dopo quest'ultimo affidamento, che per 200mila euro porterà a Padova oltre 1500 tonnellate di rifiuti organici, ne seguiranno altri, "sempre con una gara d'appalto europea", assicura Panzironi. Avanti così finché non verrà costruito il secondo impianto, che la Regione ha autorizzato da tempo.
"Ma la Regione - obietta Panzironi - aveva rilasciato l'autorizzazione per un terreno accanto all'attuale stabilimento, terreno che si è rivelato paludoso e che avrebbe richiesto un intervento di palificazione prima dei lavori veri e propri, come è stato fatto per il primo impianto. Un'operazione antieconomica, che ci siamo rifiutati di affrontare. Per questo abbiamo scelto un nuovo terreno, sempre in zona, per il quale siamo in attesa di autorizzazione dalla Regione. Appena arriverà il via libera dalla Pisana, credo fra due o tre mesi, procederemo con la gara europea e poi con il cantiere".
Intanto, i romani continuano diligentemente ad effettuare la raccolta differenziata anche dell'umido nelle zone dove è stato introdotto il porta a porta: nel 2007 e 2008 a Decima, Colli Aniene e Massimina, per un totale di 30mila abitanti, nel 2009, anche al Torrino Sud, nel centro storico, a Trastevere, a San Saba, Aventino, Villaggio Olimpico, per oltre 100mila abitanti.